È un testo ampio e ben documentato sulle censure liberticide imposte dal regime clerico-democristiano contro il cinema italiano del dopoguerra.
Le sinistre caddero nel tranello della Democrazia Cristiana sia lasciando in vigore gran parte della vecchia legislazione fascista sia approvando una legge liberticida il 16 maggio 1947: ben presto le commissioni di censura si riempirono di fascisti e democristiani di comune origine bigotto-cattolica che diedero l’assalto alle pellicole giudicate inopportune in base ai loro retrivi criteri.
Quel poco che sfuggiva alla censura governativa incappava in una censura parallela di associazioni e giornali oscurantisti cattolici, espressione di un clericalismo aggressivo e intollerante, che denunciavano a magistrati compiacenti i film sgraditi. Registi, produttori, distributori finivano così sul banco degli imputati come volgari delinquenti con accuse di vilipendio della religione, oscenità, etc.: l’arte veniva così criminalizzata.
In certi casi la Chiesa scendeva in campo in prima persona come nel caso del film di Pasolini I racconti di Canterbury, querelato dai Francescani. A seguito delle proteste della stampa cattolica il film Adamo ed Eva, già approvato dalla censura, fu richiamato a Roma ed espurgato secondo i voleri di santa madre Chiesa.
Per censurare il film di Fellini Le notti di Cabiria si tirò in ballo il Concordato poiché il film si svolgeva a Roma offendendone il carattere sacro. Fellini fu così costretto a un formidabile lavoro di autocensura preventiva e a tagliare alcune scene. Per salvare il suo film andò persino dal reazionario cardinal Siri per una proiezione privata.
La magistratura, imbeccata dal clero, si trasformava in una specie di Inquisizione: giustamente Pasolini, l’autore più censurato del dopoguerra, in un suo articolo riprodotto nel libro definì tale complesso di reazionari che egemonizzavano allora l’Italia «atroce entità clerico-fascista».
Anche l’ex Presidente della Repubblica Scalfaro è citato nel testo, in quanto fu uno dei più reazionari censori da Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio: viene definito «un moralista da parrocchia». Tutti i film inerenti ai martiri del libero pensiero furono attaccati dalla censura: Giordano Bruno, Jan Hus, etc.
Nel testo è presente un accurato dossier sulle specifiche avventure censorie di 21 film tra cui alcuni anticlericali come Il Pap’occhio, sequestrato per vilipendio della religione, e Trastevere che, avendo satireggiato su un pellegrinaggio, collezionò una serie incredibile di censure.
I misfatti della censura clerico-democristiana sono forse finiti poiché nel 1998 il governo ha approvato una riforma dell’istituto della censura che, oltre ad abolire la censura teatrale, stabilisce che le commissioni di Stato possono solo vietare un film ai minori ma non possono più bocciarlo negandogli il nulla osta (nella foto della copertina del libro: Maria Schneider e Marlon Brando nel film di Bernardo Bertolucci Ultimo tango a Parigi, 1972, condannato al rogo dalla corte di Cassazione nel 1976 per «oscenità» ed «esasperato pansessualismo fine a sé stesso»).