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Martedì 23 Ottobre
Ore 15:00 > Le stragi e i traffici di armi e rifiuti
Un fatto centrale della trattativa Stato-mafia?
C’era qualcosa sul piatto della bilancia che non fosse soltanto il papello di Riina sul 41-bis e gli altri 11 punti?
Ne parliamo con:
* LUIGI GRIMALDI – Giornalista e Scrittore
* LUCIANO SCALETTARI – Giornalista e Scrittore
* FABIO REPICI – Avvocato Penalista
* GIOVANNA MAGGIANI CHELLI – Associazione tra i Familiari della Strage di Via de’ Georgofili
Mercoledì 24 Ottobre
Ore 09:30 > Grandi Opere Inutili
Un esempio attuale del sistema descritto è la “perversa catena” di appalti e subappalti che ha permesso di costruire e permetterà di ingrandire la grande opera della Alta Velocità (TAV): il committente pubblico affida la progettazione, la gestione e la costruzione ad una società di diritto privato, ma con capitale pubblico gestito secondo il pericoloso metodo del project financing, lasciando libero spazio alle infiltrazioni criminali alle quali viene dato in subappalto ogni aspetto dell’opera secondo un sistema che prima consegna i soldi alle imprese e poi chiede ai cittadini di pagare anche gli eventuali debiti lasciati da queste.
In questa plenaria analizzeremo con esperti del settore la realtà sopra descritta per mettere in discussione il sistema imprenditoriale italiano e ricercare un metodo capace di spezzare questa “catena”.
Ne parliamo con:
* FERDINANDO IMPOSIMATO – Presidente Onorario della Suprema Corte di Cassazione
* IVAN CICCONI – Ingegnere ed Esperto di Appalti Pubblici
* TIZIANO CARDOSI – Comitato No Tunnel Tav di Firenze
* RICCARDO ANTONINI – Assemblea 29 Giugno
* MARIO VENDITTI – Sostituto Procuratore di Milano
Ore 17:00 (Facoltà di Lettere e Filosofia, Piazza Brunelleschi) > Reading NOTTURNO 2 con WU MING 2 + Aperitivo della Cooperativa Lavoro e Non Solo con prodotti delle terre confiscate
Giovedì 25 Ottobre
Ore 10:30 > A vent’anni dalle stragi
“Una trattativa indubbiamente ci fu e venne, quantomeno inizialmente, impostata su un do ut des” e “l’iniziativa fu assunta da rappresentanti delle istituzioni e non dagli uomini di mafia“. Così recita la recente sentenza di condanna in primo grado del boss Francesco Tagliavia, processato a Firenze per le stragi del 1993.
Ne parliamo con:
* ANTONIO INGROIA - Procuratore Aggiunto di Palermo
* SALVATORE BORSELLINO - Movimento Agende Rosse
* GIOVANNA MAGGIANI CHELLI - Associazione tra i Familiari della Strage di Via de’ Georgofili
* DANILO AMMANNATO - Avvocato Penalista
Ore 15:00 > Ai confini della mafia
Spesso facciamo presto a dire ”mafia”. In origine per “mafia” si intendeva Cosa Nostra, quell’organizzazione di potere – non solo criminale – radicata in Sicilia ma con interessi internazionali, con tante adesioni all’esterno ma un’architettura e un’organizzazione rigidissime e quasi impenetrabili, dalle caratteristiche emblematiche ma talvolta sensibilmente diverse dalle altre “mafie”, come la ‘Ndrangheta, la Camorra, la Sacra Corona Unita. Ci chiederemo in questa plenaria, però, se facciamo anche l’errore opposto: si fa tardi a dire ”mafia”? Prima di tutto perché la mafia EVOLVE, e se non fosse in grado di mutare al passo con i tempi avrebbe già trovato tempo or sono la sua fine. I tempi sono cambiati molto più velocemente dello stereotipo: LA MAFIA NON È PIÙ COPPOLA E LUPARA. Ha subìto in tutti questi anni una trasformazione dettata dall’evoluzione del sistema, che a poco a poco si confacesse agli scopi di accumulo di potere, danaro, “prestigio” e consensi tra la popolazione. Le cerchie mafiose sono sempre più ampie e meno chiuse, sempre più giovani brillanti, professionisti capaci e perfino “servitori dello Stato”, per facili vantaggi o addirittura per quieto vivere, si piegano alle volontà criminali. Senza queste solide referenze, competenze, infiltrazioni nel tessuto sociale la mafia non potrebbe sopravvivere. Esistono inoltre delle organizzazioni di potere che non condividono tutte le caratteristiche di una “mafia”, ma certamente sonomolto simili in molti aspetti: organizzazione, finalità, impatto sociale, “culturale”, influenza su colletti bianchi e politica, etc. Ci chiederemo se è possibile – e oltre che grado di similitudine - chiamare “mafie” queste altre organizzazioni; ci chiederemo quanto un’associazione a delinquere si avvicini allo stampo mafioso.
Ne parliamo con:
* ROCCO SCIARRONE - Professore di Sociologia, Università di Torino
* GIANLUIGI NUZZI - Giornalista e Scrittore
* SEBASTIANO CANNETTA - Giornalista e Scrittore
* ERNESTO MILANESI - Giornalista e Scrittore
* GIOVANNI MAINETTO – Unione Atei e Agnostici Razionalisti
Ore 21:30 > CONCERTO LIVE DI TALCO + IVANOSKA