Qualcuno l’avrà conosciuta soltanto per il pessimo ritratto che ne ha fatto Dan Brown nel suo Codice da Vinci. Ma l’Opus Dei non è una realtà solo romanzesca: è anche un’influente organizzazione cattolica da cui dipendono vescovi, politici, importanti uomini del mondo economico. Come se non bastasse, è anche un’organizzazione avvolta dall’oscurità: pochissimo si sa delle sue attività, e quel poco che trapela è studiato ad artem per dare un’impressione di potenza. Basti ricordare i politici italiani presenti alla canonizzazione del suo fondatore Escrivà de Balaguer: otto ministri, Casini, Andreotti, Follini, Letta, Storace, D’Alema, Veltroni. Del resto l’Opus ha sempre menato vanto delle adesioni di uomini-chiave, fuori e dentro il Vaticano: Navarro-Valls, il portavoce-angelo custode del papa, è uno di loro.
Il libro di Hertel cerca di fare luce su questa realtà. E lo fa pubblicando alcuni documenti riservati dell’Opus stessa. È così venuto alla luce il vero volto dell’organizzazione: un volto fatto anche di doppiezza, di settarismo, di «fini che giustificano i mezzi». Quasi una loggia massonica, per metodi e scopi. Scopi non esclusivamente religiosi, ovviamente: l’autore (uno studioso cattolico, peraltro) sottolinea come l’Opus, attraverso i suoi fortissimi legami, voglia ritornare a una realtà autoritaria e clericale non solo ecclesiastica, ma anche politica e sociale. Negli anni Cinquanta e Sessanta l’Opus Dei spagnola giunse ad avere finanche dieci ministri nei governi del regime dittatoriale di Francisco Franco: se questo è il modello dei suoi leader, forse è meglio prepararsi per tempo a combatterli.
Marzo 2005