Su Vaticano S.p.A., grande successo editoriale del 2009, il Vaticano aveva mantenuto un rigorosissimo riserbo. La pubblicazione dell’intero archivio riservato di un defunto pezzo grosso dello Ior non poteva infatti essere oggetto di smentite: il silenzio in questi casi è d’oro, e al massimo ci si può limitare a pregare che la tempesta si plachi presto. Tuttavia, le tempeste amano essere testarde. Prima o poi si ripresentano, e talvolta imperversano ancor più di prima.
È quanto accaduto anche in questo caso. Il nuovo libro di Gianluigi Nuzzi, Sua Santità, riproduce i documenti scritti di loro pugno da personalità viventi assai più importanti di mons. Dardozzi: dal numero due del Vaticano, il segretario di Stato Tarcisio Bertone, a Georg Gänswein, il segretario particolare di Benedetto XVI. A tanti altri. Come se non bastasse, sono stati anticipati da Nuzzi in un programma televisivo.
Impossibile far finta di niente. Ma, anche in questo caso, impossibile smentire. Si può al massimo accusare il giornalista di aver fatto il suo mestiere, quello di rendere pubblici documenti riservati. Si può chiedere che sia processato. Chissà se si chiederà anche di incarcerarlo, come è accaduto al maggiordomo dello stesso papa.
Cosa contiene il libro? Per esempio, la conferma che la Rai, servizio pubblico, è governata dal Vaticano, uno stato straniero: grazie a personaggi quali il rampantissimo Marco Simeon, piazzato nelle alte sfere perché figlioccio di Bertone, o l’untuoso Bruno Vespa che regala 10.000 euro al papa in cambio di un’udienza privata. Ma anche i più importanti banchieri italiani, e persino importanti multinazionali estere, fanno a gara a cercare di ingraziarsi il pontefice in cambio di offerte e regali. Tenetelo a mente, la prossima volta che aumenteranno i tassi dei mutui o i prezzi delle autovetture.
C’è Gianni Letta che spinge per una raccomandazione. C’è lo Ior che chiede di essere trattato come una banca italiana, anche se non lo è: e, fin quando alla Banca d’Italia resta il super-clericale Fazio, ci riesce senza problemi. E quando cominciano i problemi (di violazione della normativa antiriclaggio), la soluzione è la solita soluzione all’italiana: un filo diretto tra il presidente dello Ior, Ettore Gotti Tedeschi, e il ministro dell’economia Giulio Tremonti. Alla ricerca di un aggiustamento concordato.
I due piccioncini hanno tubato anche sulla reintroduzione dell’Ici-Imu sugli immobili di proprietà ecclesiastica, ritenuta un ingiusto «salasso». Lo Ior tratta col governo italiano: e guarda caso la strada individuata con Tremonti è quella che poi si concretizza con Monti e il suo governo Bagnasco. Une mera riverniciata alla normativa affinché superi l’esame-Ue. I governi passano, i privilegi a senso unico restano.
Lo stesso Gotti Tedeschi, recentemente defenestrato in malo modo con l’aggiunta di insinuazioni sulla sua salute mentale (chissà perché, teme ora per la propria vita) si rivela un prodigo dispensatore di consigli al pontefice. Soprattutto su come investire i soldi in Italia e su come far pressioni per orientare le politiche economiche italiane, rendendo quindi più proficui tali investimenti. «Dai loro frutti li riconoscete».
Non mancano nemmeno gli appunti dello staff papale su come influenzare il presidente di un altro stato. Ammesso che lo sia, perché si sta continuando a parlare dell’Italia. Emerge infatti che zerozerosette vaticani si muovono sul nostro territorio alla luce del sole, filmando e schedando nostri cittadini, senza che nessuna autorità italiota abbia il coraggio di dire «stop».
Il capitolo dedicato alla Sacra ingerenza sull’Italia è lungo una trentina di pagine. Il resto riguarda quasi esclusivamente beghe interne, e risulterà interessante soprattutto agli anticlericali ‘a prescindere’ e a chi continua a non capire quanto la Chiesa sia profondamente malata. Resta peraltro anche il sospetto che Nuzzi si sia prestato a una faida interna ai Sacri Palazzi, volta a far fuori il cardinal Bertone. Infastidiscono un poco le sue continue rassicurazioni sulle virtù morali (e non solo) di Benedetto XVI, quando in fin dei conti Bertone l’ha voluto proprio lui. E continua a volerlo, visto che non sembra volerlo rimuovere dalla sua poltrona.
Sua Santità non contiene nulla che una persona mediamente informata e mediamente assennata non pensi che possa accadare Oltretevere. La novità è che lo si trova in pagina: non solo nel testo scritto da Nuzzi, ma anche nei documenti originali riprodotti in fondo al volume. E vedere che certe supposizioni sono avvalorate nero su bianco fa comunque una certa impressione.
Figuriamoci quanta ne può fare su chi, a certe cose, non aveva proprio mai pensato.
Raffaele Carcano
giugno 2012