di Enrica Rota
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Ebbene, Signori, eccomi qua. Mi avete evocato con il vostro giornalucolo e quindi adesso statemi a sentire: non è vero tutto quello che vi hanno sempre raccontato su di me, perciò ora vi esporrò la mia versione dei fatti che, come potrete notare, molto si discosta da quella che vi è stata fino ad oggi propinata da tutti i preti, teologi e lecchini vari di cui il buon Dio dispone sulla terra. Ecco dunque come stanno veramente le cose.
Una volta ero un angelo bellissimo, il più bello di tutti a dire il vero, e un giorno ho deciso di ribellarmi a Dio. Ma il motivo non era la superbia, come vi hanno sempre fatto credere, tutt’altro! Il motivo era che io, Dio, non lo sopportavo proprio: era prepotente, irascibile, volubile, violento e vendicativo; faceva e disfaceva le cose a suo piacimento, e guai a criticarlo; si comportava da padrone e da tiranno e bistrattava le sue povere creature: certo così non si poteva più andare avanti!
E poi, a dire il vero, a me non piaceva neanche troppo la creazione: era del tutto ovvio che Dio l’aveva fatta con i piedi, senza concentrarsi più di tanto: ma come si fa, dico io, a creare la luce il primo giorno e il sole e le stelle che la producono soltanto al quarto? E, d’altro canto, come avranno fatto a passare i primi quattro giorni se il sole, per l’appunto, non era ancora stato creato? Cosucce così … Non c’era affatto da stupirsi, quindi, se la creazione risultava difettosa, bislacca e piena di magagne. Io ero convinto che, potendo metterci mano, sarei riuscito a migliorare un po’ le cose: ad esempio, prima di tutto avrei abolito questa ridicola catena alimentare ed eliminato gli animali carnivori (oltre a certi animaletti antipatici come le vespe icneumonidi), inoltre anche le malattie, le sofferenze inutili eccetera eccetera, e soprattutto avrei revocato all’uomo il permesso di assoggettare tutta la natura, che guardate un po’ da allora in poi quanti casini ha combinato … E quindi, in poche parole, per questi motivi di cui sopra avevo provato a ribellarmi a Dio ma, ahimè, non ce l’ho fatta … e la storia, come tutti sanno, viene poi sempre scritta dai vincitori …
Riguardo invece a quell’altra faccenda, quella della mela … anche lì non ve l’hanno mica contata giusta! La verità è che io non c’entravo proprio niente, stavo semplicemente passando da quelle parti nella mia veste di animale strisciante e quella str***a mi ha visto e ha pensato bene di dare a me tutta la colpa, ma io, ripeto, sono innocente, ve lo potrei giurare anche su Dio, se volete, ahahah! (risatina diabolica).
E comunque, insomma, in seguito al fattaccio della mela sia Dio che gli uomini hanno cominciato a dare sempre a me la colpa di tutti i pasticci che combinano, e così la figura del cattivo alla fine la faccio sempre io … E hanno anche deciso di chiamarmi “il Maligno”, quello che è sempre lì pronto a sporcare la creazione, oppure “il Tentatore”, quello che passa le sue giornate a cercare di far peccare le persone, e quindi io sarei il responsabile di tutti i mali del mondo, niente meno … delle guerre, delle carestie, dei terremoti, degli tsunami, delle malattie, dei virus e finanche delle zanzare … e se al mondo ci sono dei bimbi che muoiono di tumore e degli adulti bloccati per anni a letto con la SLA il colpevole sono sempre e soltanto io, e se gli uomini sono violenti, se si uccidono a vicenda o se uccidono le loro donne e i loro figli il colpevole sono sempre e soltanto — indovinate un po’! — io, naturalmente! E lo sono pure di tutte le atrocità che commettono certi ministri di Dio sulla terra, perché loro in quanto tali non peccherebbero sicuramente mai, se non ci fossi io sempre lì dietro, in agguato, pronto ad indurli in tentazione!
Molto comodo, Signori miei, davvero molto, ma mooolto comodo! Pensateci un po’ … se io non esistessi Dio non godrebbe certo di tutta questa grande fama di benevolenza e bontà che si porta sempre dietro, e voi dovreste assumervi la responsabilità delle vostre malefatte invece di sbolognarle tutte su di me … Sono io, Signori, mica Cristo, quello che lava i peccati del mondo, il capro espiatorio di tutti i vostri misfatti. E sono sempre io, Signori miei, quello che vi permette di convivere con le vostre coscienze sporche, con la vostra carne “debole”, con la vostra volontà vacillante, con le vostre pulsioni malvagie, con i vostri deplorevoli comportamenti e con tutte le vostre ipocrisie senza farvi troppi scrupoli di coscienza; quello che vi lava i panni sporchi nell’acquasantiera dell’auto-indulgenza e che fa sì che possiate auto-assolvervi di tutte le vostre manchevolezze, insomma. E sono ancora sempre io quello che libera Dio dalla sua grave responsabilità per l’esistenza del male nel mondo — sì, è proprio così, sono il capro espiatorio anche di Dio!
Se Lui non mi volesse io non ci sarei, e se voi non lo voleste non mi permettereste certo di indurvi in tentazione, ma io torno comodo un po’ a tutti e quindi nessuno mai mi caccerà.
Sono Lucifero, “colui che porta la luce”, e ho voluto illuminarvi un po’ sul mio ruolo nel mondo. Avrei voluto fare le cose meglio di Dio ma non ce l’ho fatta, ed accetto di buon grado la sconfitta. Dopo tutto, il mio è un ruolo indispensabile, e se io non esistessi sia voi uomini che il vostro Dio dovreste fare i conti con la vostra vera natura, quella più oscura e più recondita, e non credo che vi piacerebbe molto quello che potreste scoprire. Fortuna dunque che ci sono io, il diavolo, “il Maligno”, “il Tentatore”, quello che si porta sulle spalle tutte le vostre colpe e che rende la vita più semplice per tutti.
Sono Lucifero e vi porto il sollievo. Se io non esistessi dovreste proprio inventarmi.
Da L’ATEO 5/2016