OPPOSIZIONE AI VIZI «PRIVATI» DELLA CHIESA CATTOLICA
di Mario Patuzzo
Dopo che la laicità dello Stato è stata invocata da D’Azeglio e Cavour, il laico si è spesso adagiato nella sua solitudine intellettuale, ma oggi che vari gruppi sono emersi è affiorata anche la necessità di far sentire la nostra voce. Con questo intendo dire che non si dovrebbe mai rinunciare alla denuncia della corruzione e dell’avidità della Chiesa cattolica e a rintuzzare le sue pretese, veri ostacoli al progresso civile e alla laicità dello Stato.
La Chiesa infatti nella sua ottusità conservatrice ricerca, oggi più di ieri, l’appropriarsi di ricchezze e denaro come vero e unico modo per la conservazione del potere.
La mistificazione dei cosiddetti valori, che ipocritamente cerca di riproporre, non riescono a nascondere l’impegno sfrenato con il quale si adopera per allargare il suo potere temporale. L’impegno finanziario delle sue banche e dei suoi traffici più o meno leciti (più che meno) tendenti all’accumulo del denaro, ben guidato prima dal Marcinkus di turno ed ora dai suoi discepoli e complici, e teso ad attribuirsi il «denaro finanziario» autoalimentato dai meccanismi delle speculazioni in borsa e con investimenti eufemisticamente definibili spregiudicati, ha rivelato a tutt’oggi i clamorosi coinvolgimenti nelle inchieste sulle tangenti - vedi Card. Angelini Ministro della sanità del Vaticano, nel riciclaggio del denaro sporco - vedi IOR Banca Vaticana per le opere di religione, nel coinvolgimento nelle indagini di mafia - vedi Cassisa vescovo di Monreale e il frate Frittitta, nelle indagini sull’usura a Napoli (vedi coinvolgimento del Card. Giordano) e dell’indagato vescovo di Barcellona per presunti investimenti illegali (traffico d’armi?).
Come si comprende, la Chiesa nulla disdegna e di tutto approfitta con la sola regola del profitto ad ogni costo; veramente inutile sarebbe l’ironia sul messaggio evangelico con cui si ammanta, perché la Chiesa sa bene che l’aforisma pecunia non olet prevale su quello che definisce il denaro «sterco del demonio».
Oggi la Chiesa è uscita allo scoperto: le sue esasperate ricchezze, l’accumulo abnorme di denaro non è più dissimulato, non solo, ma non perde occasione per nuove richieste, senza il minimo ritegno per le disastrate casse dello Stato Italiano. Purtroppo è ancora a loro favorevole l’umana superstizione di potersi garantire l’aldilà, o più semplicemente le fortune terrene, accreditando una mistica che riconosce nei gerarchi cattolici i depositari dei capitali e i garanti per una… intermediazione con la trascendenza.
L’oscenità della Chiesa va dalla truffa dell’otto per mille, ai rilevanti versamenti per appianare lo scoperto IMPS per pensioni di frati, suore, perpetue - e poi ancora per il pagamento di lauti stipendi di preti e suore nelle carceri, ospedali, forze armate ecc., ai quali vanno aggiunte svariate forme di costosi privilegi. Per non dire dell’IRC, l’insegnamento della religione cattolica nelle scuole, vero paradosso costituzionale che ci costa 1200 miliardi l’anno, e del finanziamento della Caritas (?) e così via. A tutto questo va aggiunta l’ultima impennata: il Card. Ruini chiede 4 milioni per alunno (all’anno) delle scuole cattoliche, il conto è presto fatto sono altri 1200 miliardi per finanziare un’infezione ideologica che non consente il corretto confronto della pluralità delle idee. Ma sappiamo già che raggiunto questo obbiettivo ce ne sarà subito un altro, e poi un altro ancora, finché il mondo laico (spero) non si sarà ribellato.
L’evidenza è, a parer mio, che la perdita di consenso nella «fede» e la conseguente diminuzione dei fedeli ha indotto la Chiesa a consolidare attraverso il potere finanziario la sua egemonia traballante sul piano fideista, favorita dagli enormi introiti dei suoi santuari (dei quali non esistono bilanci, ma si sa che sono stramiliardari, compresi quelli non ufficialmente riconosciuti - come il santuario di Medjugorie - ma di cui sono accettatissimi gli incassi), dalle enormi parcelle incassate dal papa ad ogni suo viaggio, senza disdegnare le migliaia di miliardi estorti allo Stato Italiano.
Mons. Nonis, vescovo di Vicenza, afferma a denti stretti che la percentuale di chi segue la vita della chiesa è assai scarsa, e recentemente il Card. Martini è costretto ad ammettere che i veri credenti in Italia non superano l’8%; ciò nondimeno il Vaticano è riuscito ad addebitare allo Stato 5000 miliardi per le opere del Giubileo che rinnoveranno dopo 130 anni i fasti del «papa re», rivestirà Roma della sacra industria della patacca dove il carisma del pontefice sarà come un mantello gettato sul deserto. La «questione romana» non è risolta, mentre è evidente che politica e religione sono ancora indistinguibili e la cattura del voto cattolico, o meglio del consenso gerarchico della chiesa, sono ancora dominanti. La distinzione di competenze e di ambiti tra lo Stato e la Chiesa è ancora lontana, mentre si assiste ad una specie di rincorsa a sostenere il potere vaticano.
La chiesa di questo papa vuole invadere ogni spazio e lo fa anche a sproposito come quando a Natale dalla sua finestra pontificava: «Il segreto della pace vera sta nel rispetto dei diritti umani»… mentre il Cardinale cileno Jorge Medina - prefetto della congregazione vaticana per il culto - dichiarava che ogni giorno lui prega per Pinochet (non perché si penta dei suoi orrendi crimini) ma perché dio lo protegga e soprattutto, secondo le precise parole del cardinale, l’arresto cui è stato sottoposto il dittatore cileno in Gran Bretagna «costituisce un’umiliazione per la sovranità nazionale del Cile». Il card. Medina ha fatto queste dichiarazioni ad un quotidiano cileno perché a Santiago la Destra ed i militari sapessero che in Vaticano «quanto era nelle nostre possibilità è stato fatto, certo con discrezione, perché in questo tipo di questioni parlare troppo forte può essere dannoso per la chiesa cattolica». Il comportamento del generale Augusto Pinochet è conseguenziale: si reca immediatamente alla messa di mezzanotte. Salman Rushdie (La Repubblica dell’8 gennaio 1999) così si esprime: «Per il cristianesimo dalla lingua biforcuta esiste un nome antico - ipocrisia, fin dove ancora può cadere in basso? So bene che la pseudo-religione non è un vizio esclusivamente occidentale. Potete credermi: ne so quanto basta del fervore ipocrita con cui i militanti di altre fedi - musulmani, induisti o ebrei - invocano il loro dio, o i loro dèi, per giustificare la tirannia e l’ingiustizia. Non c’è ipocrisia occidentale che possa competere con il pseudo-islamismo di Saddam Hussein, né con i crimini commessi nel suo nome. Eppure gli zelatori della religione si permettono di accusare Laici ed Agnostici di mancare di principi morali!».
Ricordiamo: il papa pronuncia parole contro «le mani insanguinate dei responsabili di genocidi e crimini di guerra», mentre di nascosto attiva la diplomazia vaticana perché intervenga presso il Governo Inglese e liberi Pinochet per considerazioni di ordine «umanitario»: le stesse addotte per far fuggire dall’Europa nel ’45 i criminali nazisti. Ora come allora assistiamo sempre ad uno spettacolo indecente.