Comunicato dell’UAAR
Finalmente la questione dei crocifissi negli edifici pubblici va alla Corte costituzionale, per merito dell’UAAR e dei coniugi A. - soci UAAR da sempre - che nel 2002 avevano chiesto al Consiglio d’istituto delle scuole statali frequentate dai figli che fossero rimossi i crocifissi dalle aule. Al rifiuto del Consiglio di istituto, nel settembre 2002, si sono rivolti al TAR del Veneto che, con l’ordinanza del 14 gennaio 2004, ha rimesso gli atti alla Corte Costituzionale.
L’UAAR, che da anni ha in corso una campagna per la rimozione dei crocifissi dagli edifici pubblici, vede ancora una volta autorevolmente confermati i suoi dubbî sulla legittimità della presenza dei simboli religiosi (nella fattispecie cattolici) in uno Stato laico e attende con fiducia l’intervento risolutore della Corte Costituzionale. Infatti le sentenze della Corte in tutti questi anni hanno sempre ribadito che il supremo principio di laicità dello Stato è il fondamento della nostra Repubblica. Coerentemente, già nell’estate del 2002 il presidente della Corte costituzionale Cesare Ruperto, cattolico, aveva rimosso il crocifisso dall’aula delle udienze della Corte stessa.
In Italia le istituzioni pubbliche si comportano come se ci fosse la religione di Stato, come se l’Italia fosse una Repubblica Cattolica, simile alle Repubbliche Islamiche, invece che una Repubblica laica, come vuole la Costituzione e come quasi tutte quelle del mondo occidentale. Adesso la Corte farà giustizia.
Vai al testo della decisione del TAR.