Comunicato stampa dell'8/5/2009 Occhio all’otto per mille: siamo sicuri di sapere a chi stiamo dando i nostri soldi?

Sei italiani su dieci, quella casella la lasciano vuota. Per questo, l’Uaar ha lanciato una campa-gna informativa sull’otto per mille, per spiegare loro che fine fanno i soldi prelevati dall’Irpef: più di un miliardo di euro distribuiti ogni anno tra la Chiesa cattolica, altre confessioni e lo Stato. Sì, perché il meccanismo dell’otto per mille è abbastanza complicato e soprattutto nessuno lo spiega ai contribuenti.
E allora ecco Occhio per mille, l’iniziativa che viaggia su web e per le strade, sui cartelloni pubblicitari e col passaparola, per capire che non mettere la firma in quella casella non vuol dire risparmiare. Vuol dire lasciar scegliere agli altri che cosa fare dei propri soldi. E siccome gli altri, quelli che firmano, versano il contributo alla Chiesa cattolica nell’87% dei casi, anche l’87% dei soldi di chi non firma finisce lì: in tutto più 900 milioni di euro all’anno.
«Ovviamente non diamo nessuna indicazione di scelta: – spiega Raffaele Carcano, segretario nazionale dell’Uaar – diamo soltanto informazioni. E non è nemmeno facile farlo, perché lo Stato non dà comunicazione ufficiale sulle scelte dei cittadini: un comportamento oscuranti-sta, inaccettabile in un paese che si dice civile, democratico e laico». Intanto, l’Uaar ribadisce la richiesta a Tremonti di destinare l’otto per mille statale ai terremotati dell’Abruzzo.
La campagna Occhio per mille ha un sito internet: www.occhiopermille.it, con una presentazione che sta girando in rete fra i simpatizzanti. I circoli Uaar stanno preparando i banchetti informativi e in qualche città (come a Bergamo, Grosseto, Venezia e Milano) sono stati affissi manifesti. Tutte le informazioni sono disponibili sul sito della Uaar: www.uaar.it.