La storia conosce momenti topici
e sentieri interrotti. Dopo i quali
niente è più come prima. Ci sono
date esemplarmente illuminanti in
tal senso. Una di queste è il 391 e.v.,
anno in cui lo zelante imperatore
Teodosio I, dopo avere dichiarato
quella cristiana unica religione
del’impero, diresse il suo odio
contro i templi pagani e ordinò, tra
l’altro, la razzia ela distruzione
della Biblioteca di Alessandria,
una delle più grandi de11’anlichilà,
inaugurando, per mano cristiana,
la tragica saga delle «notti dei cristalli»,
mai conclusesi.
Il pensiero perduto è allora quello
di schiere di intellettuali, filosofi,
uomini di scienza che nei tempi del
trionfo del pensiero unico cristiano,
hanno rivendicato le origini Classiche
della cultura e si sono opposti con
ñerezza alla sua inesorabile avanzata.
Dì molti di loro sappiamo ben poco se
non, paradossalmente, per opera dei
loro avversari che con essi hanno
polernizzato. Porfirio di Tiro ( 233 - 305),
ñlosofo neoplatonico, autore della
monumentale opera Contro i cristiani,
appartiene a codesti pensatori che si è
tentato di seppellire, qualificato da molti
padri della Chiesa come rrialfattore,
calunniatore, folle.
Marco Zambon, insegna storia del
cristianesimo antico e medievale presso
il Dipartimento di Storia dell ‘Università
di Padova, e come ricercatore ha studiato
l ‘opera di Porfirio di Tiro.