Che cosa è la Cedu?
Per Cedu si intendono sia la Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali del 1950 sia la Corte europea dei diritti dell’uomo, istituita nel 1959 proprio per assicurare il rispetto della Carta nei paesi firmatari (fra questi, non c’è lo Stato di Città del Vaticano…).
Ha sede a Strasburgo ed è un’autorità internazionale indipendente: non infatti confusa con la Corte di giustizia dell’Unione europea, con sede in Lussemburgo, che è al contario un organo dell’Unione Europea.
Da chi è composta la Corte?
La Corte è formata da tanti giudici quanti sono gli Stati parte della Convezione europea dei diritti dell’uomo (al momento, i 47 membri del Consiglio d’Europa), eletti dall’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa tra i tre candidati proposti da ogni Stato per un mandato di 6 anni e suddivisi in sezioni. I giudici eleggono tra loro un Presidente e due Vicepresidenti, con mandato triennale e rieleggibili.
Chi può ricorrere alla Cedu?
Tanto gli Stati quanto i singoli cittadini che lamentano la violazione di un diritto fondamentale dell’individuo; le domande però sono ammissibili solo dopo aver esaurito tutti i possibili ricorsi interni allo Stato.
Si può ricorrere contro una decisione Cedu?
Si, entro tre mesi dalla pronuncia, alla cosiddetta Grande Camera, formata dal Presidente della Corte stessa, dai vicepresidenti e da altri quattordici giudici.
Come vengono eseguite le sentenze Cedu?
Se viene riscontrata una lesione di un diritto fondamentale la Corte trasferisce il dossier al Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa, che determina con i paesi colpiti dalla decisione le misure da adottare, tanto nel caso singolo quanto in generale, nonchè il modo di prevenire future violazioni della Carta, imponendo allo stato l’adeguamento. Il Comitato dei Ministri verifica inoltre che venga versato al ricorrente l’equo indennizzo, ove previsto.