Genova, incontro sull’omosessualità

L’Ordine degli Psicologi della Liguria organizza un Incontro di informazione sull’omosessualità, aperto alla cittadinanza, Venerdì 4 Marzo dalle ore 16,30 alle 19,30 presso la Sala della Piramide-Agenzia delle entrate-via Fiume 2- Genova.

Interverranno: il professor Vittorio Lingiardi, psichiatra psicoanalista; il dott. Luigi Ferranini, Presidente Nazionale Società Italiana di Psichiatria; il dott. Enrico Bartolini, Presidente dell’Ordine dei Medici di Genova, il dott. Piero Cai, Presidente dell’Ordine Psicologi della Liguria; Rebecca Zini, Responsabile Salute Nazionale Arcigay, componente della Segreteria Nazionale Arcigay; Valerio Barbini Presidente Arcigay Genova; Rita De Santis Presidente Nazionale Agedo; Gianni Geraci gruppo ricerca fede e omosessualità.

Sono stati invitati gli assessori alle pari opportunità della Regione Liguria e del Comune di Genova e Monsignor Rigon.

Le recenti affermazioni del monsignor Rigon, in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario del Tribunale ecclesiastico, hanno riproposto una visione dell’omosessualità come una malattia da curare, evidenziando la presenza, purtroppo in certe ambiti ancora consistente, di disinformazione in merito all’omosessualità. Una disinformazione che trascina con sé atteggiamenti discriminatori, pregiudizi, banalizzazioni e non tiene conto di quali effetti patogeni, questi sì, tali affermazioni possano provocare. Sostenere che l’omosessualità è una malattia e suggerire di servirsi di “professionisti terapeuti” per curarla, significa non conoscere le evidenze scientifiche degli ultimi anni; inoltre, significa non conoscere quali sono le regole deontologiche che ogni psicologo-psicoterapeuta utilizza per operare nel rispetto dell’utenza a cui rivolge la prestazione, proprio per non incorrere in eventuali interventi disciplinari da parte dell’Ordine. Ricordo infatti l’art. 4 del Codice deontologico degli psicologi italiani : “Nell’esercizio della professione, lo psicologo rispetta la dignità, il diritto alla riservatezza, all’autodeterminazione ed all’autonomia di coloro che si avvalgono delle sue prestazioni; ne rispetta opinioni e credenze, astenendosi dall’imporre il suo sistema di valori; non opera discriminazioni in base a religione, etnia, nazionalità, estrazione sociale, stato socio-economico, sesso di appartenenza, orientamento sessuale, disabilità. Lo psicologo utilizza metodi e tecniche salvaguardando tali principi, e rifiuta la sua collaborazione ad iniziative lesive degli stessi…”

Le affermazioni del monsignor Rigon sconfinano in ambiti di competenza che non appartengono alla Chiesa come giustamente ha ricordato il cardinale Angelo Bagnasco: “…non tocca a noi dare delle valutazioni di tipo scientifico”. Pertanto è compito delle professioni sanitarie, dell’ambito scientifico, esprimersi su ciò che è malato e da curare.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità a proposito dell’omosessualità afferma che non si tratta di una malattia, ma di una variante naturale del comportamento umano.

La Chiesa ha come ambito di competenza l’etica ed è all’interno di questa dimensione che deve rimanere per non generare confusione e non perdere la propria credibilità.

L’eco mediatica che si è generata intorno alle dichiarazioni di monsignor Rigon sottolineano l’urgenza di interventi nella direzione di promuovere un’adeguata informazione alla cittadinanza in merito all’omosessualità. 

 

Ven, 04/03/2011 - 16:30
Sala della piramide - Agenzia delle entrate
via Fiume 2
Genova
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