Viaggio nel mondo del paranormale

Indagine sulla parapsicologia
Piero Angela
Oscar Mondadori
2000
ISBN: 
9788804481560

Cercare di essere ragionevoli mica è una cosa facile e non si può essere tali a giorni alterni. Non basta criticare il papa, o contestare le religioni più in voga, si tratta di acquisire un criterio di buonsenso da applicare anche nella vita di tutti i giorni. Spesso accade che molti di quelli che si (auto)proclamano tali in sostanza abbandonino formalmente pratiche religiose ordinarie solo per cercare risposte “alternative” e più rispettabili, apparentemente più moderne e aperte, che conservano però lo stesso fondo di irrazionalismo. Non è un caso che in una fase storica in cui le religioni tendono a perdere parte del proprio mordente e della propria influenza pervasiva, moltissime persone per compensazione cerchino nuovi punti di riferimento di questo tipo, riadattati però in maniera più soft al mondo moderno. È per questo che pullulano ovunque storie di spiritismo, di parapsicologia, di fenomeni apparentemente inspiegabili, di miracoli, di capacità sovrannaturali.

Questo libro di Piero Angela è un punto di riferimento indispensabile per chiunque voglia farsi un’idea più precisa sul mondo dei fenomeni paranormali alla luce dell’indagine scientifica. Nonostante siano passati ormai trent’anni dalla sua stesura – approfondimento di una storica indagine televisiva che già all’epoca suscitò molto scalpore – rimangono intatti la freschezza della passione nella ricerca e l’acutezza rigorosa nelle analisi, il tutto miscelato con la consueta chiarezza del divulgatore. Un testo quindi ancora necessario, perché la cultura di massa non aiuta molto nell’analisi critica di certi fenomeni: i telegiornali e vari programmi – spacciati per approfondimento scientifico – ci danno resoconti sensazionalistici e imprecisi di fenomeni “sovrannaturali”, mentre le nicchie scientifiche sono poche e viste con sospetto – complice il clima culturale italiano generale tendenzialmente (spesso fieramente) antiscientifico e egemonizzato dalla religione.

«Questo non è un libro per coloro che vogliono credere. Ma per coloro che vogliono capire», ammonisce Angela. Così comincia questo viaggio appassionante (e si torna, diciamolo, un po’ bambini), che rivela un quadro piuttosto impietoso, ben diverso da quello generalmente dipinto: si parla di medium, di telepatia, psicocinesi, di personaggi storici come Uri Geller o Rol, di spiritismo, della famigerata fotografia Krilian capace di captare “l’aura”, delle guarigioni “miracolose” e di altre pratiche che si ritengono curative, di yogi e fachirismo, fenomeni particolari che possono accadere anche a noi tutti i giorni e possono farci credere di possedere poteri specifici o di subire influenze altrui (coincidenze, presentimenti, sogni premonitori), senza tralasciare un must come l’astrologia. Gli argomenti sono tanti e coinvolgenti, si snodano per centinaia di pagine, mentre Angela intervista esperti di tutte le risme, spiega in maniera semplice e didascalica come non sia raro prendere cantonate (cosa che accade anche a illustrissimi premi Nobel, magari dei genî ma sostanzialmente sprovveduti di fronte a trovate anche marchiane) e come si possa dare un’interpretazione scientifica a certi fatti apparentemente strani, svela i vari trucchi del mestiere utilizzati da “professionisti” come medium, prestigiatori, maghi, cartomanti e pseudo-scienziati.

Ma la spiegazione e la confutazione di tanti fenomeni giudicati paranormali non basta, benché a tratti spassosa e avvincente, e l’autore ne è perfettamente consapevole: è quindi indispensabile cercare di rispondere alla classica domanda – Perché si crede? – cui Angela dedica l’ultimo capitolo, tirando le somme e dando alcune risposte lucidissime. Fondamentale, afferma, è il ruolo dell’informazione, una delle prime cause di condizionamento ambientale che predispone le persone a credere a certi fenomeni. I media tendono a presentare o a gonfiare in modo acritico certe notizie, per esigenze commerciali e sensazionalistiche: «questo atteggiamento contribuisce non solo a disinformare il pubblico ma anche a creare un clima di credulità e, in senso più largo, di irrazionalità». Il fatto che il mondo scientifico il più delle volte ignori certe questioni, o si dedichi solo occasionalmente alla divulgazione della critica senza riuscire ad avere una diffusione di massa, fa il resto: non a caso, Angela saluta positivamente la nascita nel 1976 dello statunitense Committee for the Scientific Investigation of Claims of the Paranormal, che farà da modello per il CICAP italiano – fondato anni dopo dallo stesso Angela e da altri studiosi.

Uno dei miti più diffusi dalla propaganda anti-scientifica è che ci sia un bisogno innato di credere in un qualcosa di trascendente o metafisico, cosa che Angela pacatamente ma decisamente smonta «con una constatazione molto semplice: il mondo è pieno di gente che non ha assolutamente bisogno di credere nel trascendente. Se fosse una necessità connaturata all’uomo dovrebbe essere comune a tutti (così come è comune a tutti gli uomini il bisogno di aria, cibo, sonno, ecc.), invece non lo è: e questo costituirebbe già la prova che non si tratta di una necessità “interna”, ma di un bisogno creato dall’ambiente, cioè dall’educazione (e dall’informazione)». Quello di cui la maggior parte della gente sente il bisogno è casomai un «contesto», un sistema coerente di significati: «si potrebbe piuttosto individuare un bisogno che è davvero fondamentale per tutti gli uomini, un bisogno collegato agli stessi meccanismi di sopravvivenza del sistema nervoso, quello di conoscere». Per soddisfare questo bisogno, l’uomo ha cercato di darsi delle risposte, come quelle religiose o paranormali: apparentemente complete, soddisfacenti e coerenti, danno speranza e un “senso” alla vita, proiettano l’uomo in dimensioni meravigliose e alternative. Invece la strada dell’analisi naturalistica offre continuamente dubbi, nuovi problemi da affrontare e costringe a stare coi piedi per terra: «È comprensibile che in queste condizioni sia molto forte la tentazione di seguire la strada più facile, anziché quella più difficile, così come avviene spesso anche in politica». Non ci pare un caso, ci permettiamo di aggiungere, che fin troppo spesso la religione sia diventata un instrumentum regni. Angela, col suo consueto tono pacato e signorile, auspica che credenze paranormali e irrazionali da un lato e cognizioni scientifiche dall’altro rimangano ognuna nel proprio ambito, come Gould parlava di non-overlapping magisteria: invero, va detto, lo fa in maniera un po’ troppo conciliante e indulgente, senza considerare che ciò penalizza il lavoro che lui stesso vorrebbe compiere per la promozione dell’approccio razionale – visto che religioni e pseudoscienze pretendono proprio di piegare ai loro canoni anche le conoscenze scientifiche, e dato che spesso accade che scienza e religione si debbano occupare degli stessi fenomeni – dandone chiaramente interpretazioni opposte.

Angela è cosciente del vuoto che può lasciare la demolizione di certe credenze paranormali e ammette che l’ampliamento delle conoscenze non è detto «che porti alla felicità, anzi è più probabile il contrario, proprio perché genera dubbi e toglie sicurezza»: rimane però in lui e in tanti altri – anche noi – quella spinta irresistibile alla conoscenza e alla ricerca, «forse il dono più prezioso dell’uomo», anche a costo di rinunciare alle illusioni e ai miti – antichi e moderni che siano.

Valentino Salvatore
Circolo UAAR di Roma,
agosto 2008