Finalmente iniziano a scoprirsi gli altarini dell’ipocrisia clericale in materia di omosessualità. Questo ottimo testo autobiografico racconta senza nascondere niente la vita erotica di un normale prete che, pubblicamente, si attiene alla retriva e oscurantista dottrina cattolica sull’omosessualità, ma poi, in privato, la pratica assiduamente da decenni.
È l’eterna ipocrisia del prete cattolico che da sempre non fa mai quello che predica, Dal testo risulta che i preti omosessuali sono proprio quelli che a messa descrivono insistentemente l’omosessualità come qualcosa che trasuda depravazione. I seminari, il Vaticano, gli ordini religiosi sono da sempre scuola di omosessualità: l’ambiente maschile e maschilista sviluppa inevitabilmente le tendenze omosessuali dei singoli.
Nel libro ci sono vari riferimenti a suicidi in cui sono sfociate vite di chierici e laici cattolici che non sono riusciti a risolvere la contraddizione fra la loro omosessualità e la repressione sessuofobica clericale.
Tale coartazione della personalità comincia con l’educazione familiare di tipo terroristico e bigotto nei riguardi di certi argomenti impronunciabili e prosegue nei collegi e seminari minori giustamente definiti «gabbia» nel libro: il peccato si concretizza nell’organo sessuale maschile la cui semplice visione costituisce un trauma psicologico. Per lenire le pulsioni sessuali i preti le pensano tutte: spionaggio, obbligo di porte aperte, autotorture masochistiche, espulsione per i sospetti ecc.
Ma alla fine del seminario i preti restano liberi e soli la sera ma soprattutto la notte e per chi vive in città la tentazione è troppo forte: le conseguenze sono ben descritte nel testo. Il colmo è che in certi locali e quartieri a luci rosse è facilissimo ritrovarsi con altri preti travestiti e insospettabili: il trauma psicologico per un giovane sacerdote può essere notevole.
Il rimedio proposto dalla dottrina della Chiesa è la confessione, ma chiaramente non serve a nulla poiché i preti si confessano e subito si buttano in altre esperienze erotiche la notte stessa. Col tempo conoscono tutti i locali e sanno organizzare la loro doppia vita alla perfezione come faceva Paolo VI sul quale a Milano circolano voci ben precise e confermate da fonti diverse.
I tempi sono comunque maturi affinché pure la Chiesa cattolica si adegui a quello che hanno già fatto luterani, anglicani, valdesi ecc, cioè riconoscere i diritti dei gay, sia preti che laici, piantandola una buona volta con le scomuniche e i ricatti. Un brutto esempio è riportato nel testo ai danni di un povero prete omosessuale vittima di una spiata al vescovo: rimase così sconvolto da sfiorare il suicidio.
Tale finale tragico si è verificato già troppe volte e tutti questi suicidi sono da mettere nel gran calderone dei crimini della Chiesa cattolica la cui entità è immensa.
È un fatto positivo che una storica casa editrice di sinistra come gli Editori Riuniti si sia prestata a questa benemerita campagna di controinformazione superando vecchi preconcetti di matrice togliattiana che imponevano di pubblicare alcunché potesse dare fastidio alla Chiesa.
Da segnalare la coraggiosa prefazione del vescovo di Ivrea Bettazzi.
Pierino Marazzani
tel. 02 350 6411
Marzo 2001