I segreti del Vaticano

Storie, luoghi, personaggi di un potere millenario
Corrado Augias
Edizioni Mondadori
2010
ISBN: 
9788804603245

La saga augiasiana dei segreti attorno alle grandi città – Parigi, New York, Londra, Roma – si arricchisce dell’ennesimo capitolo dedicato ad una Città che è anche uno Stato,  unico caso al mondo in cui una religione si “fa” Stato. E poiché gran parte delle vicende che hanno contrassegnato il minuscolo stato vaticano, dal IV  fino al XIX secolo, coincidono con quelle della città di Roma, è opportuno parlare de ‘l’altra faccia’ di Roma, l’ingombrante e preponderante Oltretevere.

Condensare in meno di 400 pagine, Storie, luoghi, personaggi di un potere millenario, come recita il sottotitolo, di per sé rappresenta già un’impresa. Ma il titolo è traditore: chi cercherà scoop, tra i ‘segreti’ del Vaticano, rimarrà deluso. Tutte le vicende ricordate sono ampiamente conosciute, in tutto il loro retaggio e la loro formidabile ambiguità. I segreti di cui si narra sono più misfatti che misteri, fantasmi che aleggiano attorno ai sacri palazzi che, forse, reclamano una giustizia che non arriverà mai, se non al prezzo di travolgere le fondamenta di un potere autoassolvente.

La mancanza di linearità cronologica e tematica, riconosciuta dallo stesso Augias nel preambolo del libro, affastella una pletora di avvenimenti e finanche le numerosissime fonti citate appaiono poco filtrate, intrecciando storiografia e leggenda, testimonianze e sospetti, tutto condensato in un piglio narrativo che, invero, risulta gradevole e al quale si può anche perdonare qualche divagazione veniale, come il primo capitolo dedicato ad un Nerone molto, forse troppo caricaturale e ‘cinematografico’, o il ritrito racconto dei Templari con annesso santo Graal.

Un po’ Babele e un po’ Telefono Giallo, c’è in questo volume tutto l’Augias che conosciamo.

Cronaca mondana e  cronaca nera, storia dell’arte e rievocazione storica si intersecano inestricabilmente.

La scelta dei nomi sembra quasi obbligata: Costantino I, a cui la Chiesa Cattolica deve tutto il potere e le sue fortune – in nome della menzogna del Constitutum Constantini – , Marozia, concubina del successore di Pietro, protagonista di una delle pagine più buie dell’intera storia del papato, Bernini e Borromini  geni rivali alla corte di papi e cardinali opulenti, Celestino V e Bonifacio VIII, ovvero due modi inconciliabili di vivere il sommo ufficio, Pio IX, il papa ‘prigioniero’, e la lunga schiera dei pontefici del Novecento fino a Benedetto XVI,  il cardinale Paul Marcinkus, diabolico ‘banchiere di Dio’ protetto da Paolo VI e di cui neanche Giovanni Paolo II riuscì a liberarsi se non con un dorato pensionamento che lo mise al riparo dalla giustizia, la tragica galleria  di sinistri personaggi come Sindona, Calvi, Alì A?ca ed Enrico De Pedis, della banda della Magliana forse coinvolto nel rapimento della povera Emanuela Orlandi, vittima innocente di chissà quali giochi di potere. E una lunga carrellata di personaggi, a cui viene dedicato un intero capitolo, fuori dai Sacri Palazzi, le cui voci sono state appena udite e debitamente stroncate: da fra Dolcino, arso vivo con i suoi apostolici, fino ai preti “di frontiera” dei giorni nostri, Milani, Mazzi, Franzoni, Barbero, Ciotti e il gesuita Pedro Arrupe, dai teologi della liberazione ai movimenti progressisti come Pax Christi e Noi siamo Chiesa.

Un posto di rilievo ce l’ha Albino Luciani – Giovanni Paolo I - , che dentro il ‘Palazzo’ è entrato veramente e sulla cui morte sono stati scritti fiumi di inchiostro, che non ne hanno però scalfito le ombre. Augias tracciandone i contorni, ne delinea quasi una figura di pastore sui generis il cui pontificato, se fosse durato, avrebbe davvero avuto dei caratteri rivoluzionari. Strana reticenza dell’autore invece su un altro papa, Giovanni XXIII, che qualche rivoluzione la fece per davvero: riferimenti fugaci e talora neanche troppo lusinghieri. E pensare che qualcuno, all’interno della Curia Romana, tentò di farlo passare per ‘folle’.

La scelta delle date è invece precisa e gravida: 16 ottobre 1943, la deportazione degli ebrei del  ghetto di Roma, con i reparti delle SS che chiedono, e ottengono, di passare con i loro camion da piazza San Pietro e con un rastrellamento che avviene “sotto le finestre del papa”, la cui voce troppo debole fu alla fine scambiata per connivenza; o ancora 4 maggio 1998, con tre corpi ritrovati dentro le mura vaticane, vicenda frettolosamente archiviata dalla “verità ufficiale” della cortina fumogena della zelante burocrazia curiale, che non rende però giustizia ai dubbi della signora Muguette Baudat, madre del vice-caporale Cédric Tornay, il ventiquattrenne accusato del duplice omicidio poi suicidatosi. Proprio sull’esercito papale, la guardia svizzera, istituita nel 1506 da papa Giulio II della Rovere, Augias si concede qualche pregevole digressione storica, rievocando fatti poco conosciuti e certo imbarazzanti come la “strage di Perugia” del 1859 di cui gli svizzeri si resero responsabili, forse con la colpevole indifferenza del papa-re Pio IX.

Sugli scandali più recenti, fra tutti quello della pedofilia, Augias dedica qualche pagina in appendice  riportando, per lo più, notizie apparse sulla grande stampa; una ferita forse ancora troppo aperta per potere fare un’analisi serena, ma che non diradano ombre persino sulla elezione di Benedetto XVI, a cui come Capo di Stato, è stata garantita una frettolosa immunità per metterlo al riparo da processi che chiamavano in causa la sua consegna del silenzio riguardo a fatti di inusitata gravità.

I segreti del Vaticano è più un libro di storie che di storia, avvincente più che convincente, e nel finale sembra indulgere alla retorica della chiesa casta e meretrice, sospesa tra cielo e terra, tra Dio e Mammona. Un modo fin troppo bizantino per eludere la domanda fondamentale, perenne tentazione in ogni tempo: come si può esercitare il potere senza scendere a patti con il diavolo?

 

Stefano Marullo

Marzo 2011