Da ormai qualche anno si registra una notevole fioritura di letteratura pornocratica segnatamente papale. La primogenitura si dovrà a Das Kreuz mit der Kirche di Karlheinz Deschner, impareggiabile saggio di storia del sesso nel Cristianesimo, pubblicato nel lontano 1974 e arrivato in Italia, come gran parte delle opere dell’autore tedesco, solo nel 2000 per Massari Editore.
I papi e il sesso di Eric Frattini, ricorda molto da vicino La vita sessuale dei papi di Nigel Cawththorne, libro pubblicato nel 1977 – e per gli amanti dell’annalistica, recensito da L’Ateo n. 2/98, quando ancora era trimestrale di cultura laica – di cui ha mutuato il titolo. Cawththorne è autore prolifico che sulle manie sessuali dei ‘grandi’ ha scritto una vera e propria saga letterariamente molto amena. Non da meno Frattini, che per canto suo ha scritto una ventina di libri, e tradisce, da buon giornalista, una passione smodata per le inchieste oltre che un sincero interesse per la storiografia; ma rispetto a Cawthtrhorne dimostra un eclettismo davvero creativo. Provate a consultare la Library Congress di Washington, la più grande biblioteca telematica al mondo, e i titoli attribuiti ad Eric Frattini spaziano da mafia a spionaggio, da terrorismo ad indagine storica. Uscito oltre un anno fa, il relativo ritardo con cui recensisco I papi e il sesso, Los papas y el sexo nel titolo originale, è da addebitare ad una istintiva saturazione riguardo a Libri neri e/o Libri che il papa o la chiesa non ti farebbero mai leggere che intasano ormai interi scaffali di biblioteche – e autogrill – di autori, per lo più giornalisti, copiaincollisti, per usare un termine carcaniano, alla cui famiglia lo avevo erroneamente ascritto. Non casuale il fatto che comunque sia i Libri neri di cui prima, che quelli un po’ più di livello, come quelli di Cawththorne e Frattini, siano scritti quasi tutti da autori stranieri. Conosco forse la sola eccezione di Jacopo Fo, che ha scritto un Libro nero del Cristianesimo, divertentissimo come testo di teatro – provai anche a duellare a suo tempo con Fo junior, per qualche imprecisione storiografica, ma non ha mai risposto alle mie obiezioni – ma certo il genere pornocratico non sembra godere di molta popolarità tra gli autori italiani e presso le case editrici maggiori, ciò presumibilmente da imputare ad una autocensura preventiva tendente a vezzeggiare l’ingombrante presenza vaticana.
Frattini non indulge alle mezze misure, il suo racconto crudo e circostanziato è apertamente ostile alle ipocrisie della Chiesa Cattolica: “Nessuna religione al mondo ha mai dibattuto tanto l’intimità sessuale come il cattolicesimo”, nondimeno all’ossessione sessuofobica ha corrisposto una condotta licenziosa e depravata dei suoi massimi ministri. Cosicché il riferimento letterario prima dell’introduzione non può che essere Babilonia, la Grande Meretrice di Apocalisse 17, 1-5, il libro più inquietante ed incompreso di tutto in Nuovo Testamento, se non dell’intera Scrittura. Proprio dalla Bibbia, libro pornografico per eccellenza, parte il viaggio di Frattini per addentrarsi nell’epopea sessuale della lunga lista dei successori di Pietro, dei quali davvero ben pochi praticarono l’encratismo, cioè la continenza assoluta, mentre numerosi, troppo numerosi, con annessi antipapi e cardinali, si abbandonarono ai vizi più biechi e grotteschi, per i quali mandavano al rogo gli altri. La triste carrellata di loschi figuri di pontefici, molti dei quali canonizzati a dispetto delle loro indicibili pratiche, vede tra gli altri Sisto III che non esita a stuprare una novizia che deve assisterlo durante la messa, Leone I che presenzia alle orge organizzate dall’imperatore Valentiniano III, Giovanni XI che ha rapporti incestuosi con la madre, Benedetto IX di cui testimoni dicono sodomizzi anche gli animali, Innocenzo III che legge il rapporto del legato papale Arnaldo Almarico che informa dell’assassinio di settemila albigesi, tutti donne, bambini e anziani, mentre sta fornicando con la domestica, fino alle arcinote fosche gesta di Alessandro VI Borgia, che trasforma i sacri palazzi in un bordello.
Quanto ai papi dei tempi nostri, il libro-inchiesta di Frattini offre forse le sue pagine migliori. Il rapporto strettissimo tra Pio XII e suor Pasqualina, vera depositaria dei suoi segreti che la religiosa si porta nella tomba, il papa “buono” Giovanni XXIII che pure ratifica nel 1962 il Crimen sollicitationis che impone per gli anni a venire il silenzio a tutti coloro che sono coinvolti in casi di abusi sessuali, dando di fatto un salvacondotto a tutti i religiosi pedofili, le accuse di omosessualità che il diplomatico francese Roger Peyrefitte rivolge a Paolo VI, la strana ed intensa amicizia tra Karol Wojtyla e la filosofa Anna Teresa Tymieniecka poi sfociata in un durissimo scontro e accuse di plagio.
Non poteva chiudersi in maniera migliore I papi e il sesso, con un passaggio di una preghiera di un cardinale durante una famosa Via Crucis: “Signore, spesso la tua Chiesa ci sembra un barca che sta per affondare, una barca che fa acqua da tutte le parti. E anche nel tuo campo di grano vediamo più zizzania che grano. La veste e il volto così sporchi della tua Chiesa ci sgomentano. Ma siamo noi stessi a sporcarli!”. Era il 2005, il cardinale si chiamava Joseph Ratzinger. E, almeno per una volta, siamo tutti d’accordo con il futuro Benedetto XVI
Stefano Marullo
Marzo 2011