Perché Dio non esiste

Piergiorgio Odifreddi, Claudio Sabelli Fioretti
Aliberti
2010
ISBN: 
9788874244195

Claudio Sabelli Fioretti, già direttore di Sette e del glorioso Cuore, da un po’ di tempo pubblica per Aliberti libri-intervista a personaggi famosi e controversi, del calibro di Cossiga, Travaglio, Bondi. Non poteva mancare Piergiorgio Odifreddi, le cui prese di posizione non lasciano mai indifferenti e, nel caso dei fedeli sostenitori di Santa Romana Chiesa, suscitano reazioni che vanno sovente ben oltre la stizza. In realtà le provocazioni del «matematico impertinente» sono spesso accompagnate dalle precisazioni del caso, che tendono però a passare sempre in secondo piano.

Per esempio, ha fatto ‘notizia’ sapere che era entrato in seminario, non per diventare prete, ma addirittura papa: ma Odifreddi ricorda che i due uomini imperanti nella tv degli Anni Cinquanta erano Mike Bongiorno o Pio XII, ed era dunque inevitabile, per un ragazzo, ispirarsi a uno dei due modelli. Quando scrive che «i preti insegnano un sacco di cazzate», non tralascia di aggiungere che gli hanno anche «insegnato a studiare». Certo, non mancano provocazioni più a ruota libera, di quelle in cui cascano regolarmente polemisti come Gianni Gennari di Avvenire: ed ecco che Odifreddi propone di «rimandare il papa a Gerusalemme», e sostiene che «non esistono credenti» (perché credere è, secondo lui, «semplicemente chiudere gli occhi davanti alla realtà», e dunque gli è «difficile credere che persone strutturate intellettualmente siano dei credenti»). O, ancora: «se dovessi convincere qualcuno a diventare ateo gli direi di leggere la Bibbia».

Ma è poi una provocazione, questa? Anche chi sta scrivendo questa recensione, quando (dodicenne) gli vennero i primi dubbi sull’esistenza di Dio, aprì la Bibbia, e la reazione fu la stessa di Odifreddi: «quando ho iniziato a leggerla a volte mi veniva da ridere, altre mi cascavano le braccia». È dunque abbastanza inutile spacciarlo per un vetero-anticlericale ottocentesco, o come un «nipotino di Voltaire» (come lo definì Cacciari, pensando di insultarlo): è una scorciatoia semplicistica - benché molto utile per glissare sulle questioni poste. Quando Odifreddi afferma che, se fosse eletto premier, come primo provvedimento toglierebbe i finanziamenti alla Chiesa, pone un problema concreto per le tasche di tutti i cittadini. E se ha l’opportunità di andare in televisione per offrire un punto di vista alternativo, ben venga: sono così poche le occasioni in cui gli increduli possono esprimere la propria opinione. Tanto più che, come ricorda il libro, gruppi di CL si mettono talvolta a volantinare davanti agli edifici dove Odifreddi tiene conferenze, pretendendo il contraddittorio: l’ironica risposta è che «allora anche a messa ci vuole il contraddittorio. E anche a scuola, nell’ora di religione».

L’intervista, nonostante il titolo, non tratta soltanto di religione e ateismo, ma spazia in lungo e in largo nella vita di un matematico diventato divulgatore. Diverse pagine sono dedicate alla politica: al suo antiberlusconismo, al suo tentativo (fallito) di laicizzare il PD e al suo finire nell’area del non voto. Un libro che consente, dunque, di conoscere meglio Odifreddi e di formarsi un’opinione più precisa sul suo conto. Difficile condividere tutte le sue opinioni, tanto numerose sono le questioni trattate. Ma è altrettanto difficile negare la logica, tanto rara in Italia, su cui si basano le sue argomentazioni.

Raffaele Carcano

Ottobre 2010