L’autore, già docente di Pedagogia e Storia della Pedagogia presso l’Università di Roma “La Sapienza”, ha ripercorso con questo libro i complicati rapporti tra Stato e Chiesa in materia educativa. L’excursus si divide in quattro parti. La prima, dedicata al periodo dall’Unità d’Italia alla Repubblica, mostra il passaggio dalla normativa liberale, sempre in bilico tra le velleità separatiste e l’esigenza di compromessi con la Chiesa cattolica, a quella fascista, estremamente solerte nel ri-clericalizzare il settore scolastico. La seconda parte tratta dell’educazione nella Repubblica democratica: dai problemi sorti con la Costituzione (inserimento dei Patti Lateranensi, stesura dell’articolo 33) ai tentativi di riforma durante i primi governi di centrosinistra, in un arco temporale caratterizzato da una pletora di ministri democristiani. La terza parte è incentrata sulle modifiche concordatarie del 1984: nate per risolvere i problemi, finirono in molti casi per aggravarli. L’ultima parte è dedicata al “dibattito ideale”, soffermandosi sulle prese di posizione della dottrina cattolica e sulle elaborazioni culturali laiche.
Il testo, scorrevole e di agevole consultazione, costituisce un’utilissima introduzione al problema, fornendo al lettore laico (e non) una documentata informazione sui termini del confronto. Manacorda non nasconde mai la propria opzione laica: che non è aprioristica, ma è anzi animata da una intensa passione civile. Il testo ha purtroppo la pecca di fermarsi al 1999, prima quindi delle riforme Berlinguer e Moratti, dell’entrata in ruolo dei docenti di religione, dei contributi a pioggia in favore delle scuole private. La velocità con cui è franata la diga a difesa della scuola pubblica di fronte all’assalto vaticano dovrebbe far riflettere tutti i laici: ma in questo libro Manacorda, molto acutamente, individuava già le premesse della successiva deriva confessionale.
Marzo 2005