Il filosofo A.C. Grayling propone un libro scorrevole e pieno di gradevolezze argute, scritto con uno stile tipicamente english che ha molti estimatori anche nel nostro Paese.
L’opera si apre con una citazione di Antoine de Saint-Exupéry: «Il significato delle cose non sta nelle cosè in sé, ma nel nostro atteggiamento verso di esse». Il testo consiste in 61 brevi brani, ognuno con un tema conduttore, divisi per comodità in tre parti: Vizî, virtù e condizione umana, Nemici e false credenze, Cose buone e piacevoli.
Nell’introduzione Grayling chirisce che il suo scopo non è quello di insegnare una “morale”, quanto quello di stimolare delle riflessioni su un ampio ventaglio di argomenti. Con un certo coraggio, visti i tempi, Grayling inserisce nella seconda categoria (quella dei “vizî”) i brani dedicati alla “Religione” e alla “Fede”, che non a caso sono anche i più lunghi del testo. L’autore ritorna infatti frequentemente anche in altre parti del libro sull’influenza nefasta che può essere esercitata dalle Chiese e dai dogmi moralisteggianti.
«Il genere umano è la fonte stessa di ciò che rende il mondo sopportabile»: Grayling è convinto dei limiti ma anche delle grandi possibilità dell’uomo, e il suo libro è un inno ai piaceri della vita che si annidano anche nelle piccole cose di ogni giorno. Per quanto un’etica laica non esista (e non possa esistere), questo testo è un bell’esempio di come si possano approcciare laicamente i più svariati temi etici, dal razzismo alla storia, dalla menzogna alla vecchiaia.
Impreziosito da molte citazioni colte, la possibilità di leggere separatamente i singoli brani fa di questo libro una scelta obbligata per tutti gli amanti del piacere della lettura estemporanea.
Ottobre 2006