di Gianna Tirondola, Padova
Perdonate la lunghezza, ma può essere interessante leggere uno stralcio di un capitolo del testo Insegnando educazione sessuale - manuale per l’insegnamento dell’educazione sessuale rivolto ai docenti, editrice Piccolo, che il Comune di Padova, l’ASL 16, il Ministero dell’istruzione, l’Ufficio scolastico regionale per il Veneto e il Centro servizi amministrativi di Padova progettano di distribuire ai docenti delle scuole superiori della città (quanto costerà l’operazione?). Niente da dire sul testo, ma ci sono due capitoli… Uno, intitolato Educazione sessuale e religione cattolica, di G. Bellomo (insegnante di religione), si propone di «fornire agli insegnanti NON di religione dei materiali per approfondire il messaggio cristiano della sessualità»; e riporta infatti gli articoli del nuovo catechismo. Ringraziamo commossi. Credevamo di lavorare per lo Stato, non per la Conferenza Episcopale Italiana. L’altro, un gioiellino, si intitola Libertà e morale e l’autore è il signor Daniele Spero (che lavora per l’ISSR), che apre il suo intervento con una citazione del Vangelo secondo Giovanni (tanto per chiarire subito che l’unica morale di cui si tien conto è quella cristiano-cattolica).
A pag. 87, il signor Spero si chiede preoccupato: «Chi deve impartire l’educazione sessuale?».
Et voilà…
«…se la riflessione morale è necessaria, se la morale cristiana è, secondo noi, la più consona alla natura e alle esigenze dell’uomo, qual è l’insegnante ideale per esporla? Non è irragionevole pensare che sia l’insegnante di religione cattolica, e qui si apre il secondo problema. L’insegnamento della religione non è una disciplina obbligatoria e se ne può avvalere soltanto chi lo desidera. Questa possibilità non tradisce lo spirito cristiano che, come abbiamo detto, si fonda sulla libertà, ma rende incompleto l’insegnamento esclusivamente scientifico dell’educazione sessuale. Nel caso in cui l’insegnante di scienze segua un orientamento cristiano, il problema non si pone, o non dovrebbe porsi, sebbene siano molti i cristiani cattolici che dissentono dalla Chiesa in merito ai problemi morali».
Insomma, è chiaro che i docenti non cristiani, se parleranno di sessualità, lo faranno per rovinare i giovani malcapitati, istigandoli alla fornicazione selvaggia e magari incoraggiandoli a esercitazioni pratiche sulle cattedre o, più scientificamente, sui tavoli del laboratorio; ma consola il fatto che per questo signore davvero incontentabile nemmeno i cristiani sono affidabili. Anche loro sono serviti. AIUTO!
Buon anno.
Gianna Tirondola