di Spartaco
Noi, agnostici e senzadio, abbiamo guardato con una certa supponenza alla due giorni promossa in Vaticano, alla fine di febbraio 2006, dalla Pontificia accademia pro vita, giudicandola un raduno di integralisti fuori del mondo. A torto, perché da quel congresso internazionale, o in seguito ad esso, è venuta la soluzione a due importanti quesiti, su cui da secoli si era interrogata l’umanità. Ovvero: è nato prima l’uovo o la gallina? È meglio un uovo oggi o una gallina domani?
Ebbene, Benedetto XVI, ricevendo in udienza il 27 febbraio i partecipanti al convegno, ha in un sol colpo tagliato il nodo gordiano, stabilendo l’equazione risolutrice: l’uovo è uguale alla gallina.
A dire il vero, si fa un po’ di fatica a interpretare le dichiarazioni del pontefice, dal momento che questi non mostra una grande familiarità con la terminologia dei genetisti (ma se conoscesse la biologia, forse non sarebbe papa). Dichiara infatti, il sommo teologo, che secondo le sue informazioni dio ama l’embrione prima ancora che si impianti nell’utero (ossia quando ancora non è un embrione ma un ammasso indifferenziato di blastomeri). A una simile imprecisione terminologica è indotto tuttavia dai suoi esperti, che hanno intitolato il congresso L’embrione umano nella fase preimpianto). Le sue parole vanno dunque interpretate nel senso che dio ama l’ovocito da quando è fecondato, avvenga la cosa in un laboratorio o in un letto domestico. E pensare che, in fase di consumo di uova, al sottoscritto trovarne una gallata ha da sempre fatto un po’ di ribrezzo! Ma i gusti sono gusti, non si discutono. Se dio ama tanto gli ovociti fecondati, non si capisce però il motivo per cui lasci che nove su dieci non si fissino o vengano rapidamente espulsi. In tutti i casi, i preti pedofili dimostrano almeno più pazienza.
Questo, per quanto riguarda l’uovo. Per quanto riguarda la gallina, aggiunge il Benedetto, per completare l’equazione, che «l’amore di dio non fa differenza fra il neoconcepito ancora nel grembo di sua madre e il bambino, o il giovane, o l’uomo maturo, o l’anziano», dando così un colpo al cerchio e uno alla botte. Che dio ami ugualmente l’uovo e la gallina può anche essere, venendo l’affermazione da un pulpito così solenne. L’attenzione della sua chiesa non è però altrettanto equanime, dal momento che manda i fanatici del Movimento per la Vita negli ambulatori pubblici a tormentare chi è già in situazione drammatica e non li manda per esempio a presidiare le rotte del Mediterraneo, a evitare qualche naufragio di disperati. Brontola qualche volta quando inizia una nuova guerra, ma poi si adatta all’idea e non ne parla più. Insomma, visto che possono far da sé, le galline si arrangino.