Domani, domenica 17 maggio, l’Uaar sarà presente a tutta pagina su Repubblica, con una inserzione a pagamento per presentarsi e raccontare chi sono (e quanti sono) atei e agnostici in Italia. Dalla storia dell’ateobus, pronto a partire a Genova e poi censurato, all’etica laica e al rispetto che merita, dall’otto per mille alle confessioni religiose alle scelte di laicità nel nostro paese.
«Abbiamo dovuto pagare uno spazio su carta per dire cose che altrimenti, in questo paese, non si riescono a dire: – spiega Raffaele Carcano, segretario nazionale dell’Uaar – per questo la pagina si intitola Per far circolare questo bus abbiamo dovuto metterlo sulla pagina che state leggendo». Il riferimento è agli ateobus, gli autobus su cui avrebbero dovuto circolare i manifesti (pubblicitari, a pagamento) con su scritto che Dio non esiste: la stessa campagna prosegue ora su carta, proprio con questa pubblicità.
Gli ateobus sono stati a più riprese censurati perché, secondo la concessionaria pubblicitaria, avrebbero offeso le convinzioni religiose dei cittadini. Così come, per un’altra iniziativa, è stato censurato lo slogan della firma: liberi di non credere in Dio. «Come dire che non si è liberi di non credere o, per lo meno, di dirlo pubblicamente. - prosegue Carcano – E allora c’è qualcosa che non torna: le convinzioni dei non credenti non meritano lo stesso rispetto di quelle dei credenti? Perché si può dire pubblicamente che Dio esiste ma non si può dire il contrario? E davvero la fede dei credenti è tanto fragile da essere disturbata dalla non-fede degli altri?».