Gli atei tornano a premiare il cinema, con la partecipazione alla 65ª edizione della Mostra internazionale di arte cinematografica di Venezia in apertura dal 27 agosto prossimo. Per la terza volta, una sua delegazione si costituirà giuria per consegnare il Premio Brian al film che più degli altri porta sul grande schermo i valori del laicismo.
Perché premio Brian? «Il riferimento è al film “Brian di Nazareth”, la commedia dei Monty Python del 1979 che faceva la parodia dei Vangeli,» – spiega Raffaele Carcano, segretario nazionale dell’UAAR, – «ma a noi piace pensare anche all’anagramma di Brain, cervello». Il nome Brian, comunque, è stato democraticamente scelto con un sondaggio sul sito Internet dell’associazione, aperto a tutti i navigatori della rete.
L’ultima edizione del premio Brian è stata vinta da Le ragioni dell’aragosta, di Sabina Guzzanti, mentre due anni fa è stata giudicata vincitrice la pellicola spagnola Azul oscuro, casi negro di Daniel Sanchez Arevalo, che ha conquistato anche l’Europa Cinemas Label (il premio al miglior film europeo delle Giornate degli Autori) ma che non è mai arrivata in Italia.
Il premio è una scultura d’oro opera del maestro Giovanni Corvaja. La giuria è composta dal notaio Paolo Ghiretti e dalle professoresse Maria Chiara Levorato, dell’università di Padova, e Maria Turchetto, dell’università Ca’ Foscari di Venezia, direttrice del bimestrale L’Ateo.
Tutti i dettagli all’indirizzo www.uaar.it/uaar/premio-uaar-venezia.