(30 aprile 2003)
- L’EDUCAZIONE SECONDO IL MINISTRO MORATTI
- LA DISCUSSIONE SULLA FUTURA COSTITUZIONE EUROPEA ENTRA NELLA FASE CALDA
- FLASH: UN MESE DI ATTIVITÀ UAAR
- FLASH: UN MESE DI AGGIORNAMENTI SUL SITO
1. L’EDUCAZIONE SECONDO IL MINISTRO MORATTI
Il 12 marzo il Senato ha dato definitivamente il via, con 142 voti a favore, 101 contrari e 2 astenuti, alla nuova legge di riforma della scuola (promulgata poi il 28 marzo 2003 con il numero 53/2003).
Le legge in sé non è certo epocale: allo stato dell’arte manca la copertura finanziaria del decreto e mancano anche i decreti attuativi (il Governo ha fino a 24 mesi di tempo per intervenire). L’attenzione della pubblica opinione è stata calamitata sul cosiddetto «anticipo» nella frequenza delle scuole elementari (peraltro ancora in fase ampiamente sperimentale): forse il punto di maggiore innovazione lo ritroviamo nella trasformazione della scuola media in un momento selettivo (da cui si biforcano i percorsi di studio liceale e professionale: stessa idea alla base della ventilata ri-riforma delle università). Dal nostro punto di vista l’attacco alla laicità dello Stato è più implicito che esplicito all’interno della legge, anche se gravissima è la formulazione dell’articolo 2, comma 1, lettera e: «la scuola dell’infanzia, di durata triennale, concorre all’educazione e allo sviluppo affettivo, psicomotorio, cognitivo, morale, religioso e sociale delle bambine e dei bambini».
Le preoccupazioni nascono soprattutto da una duplice tendenza: quella tesa a subordinare l’istruzione alle esigenze del mercato del lavoro (di cui non ci occupiamo in questa occasione), e quella volta a reintrodurre forzosamente la confessionalizzazione della scuola pubblica. Ricordiamo che è imminente anche la nuova legge sugli insegnanti di religione cattolica (peraltro un’eredità del precedente governo ulivista), che immetterà in ruolo migliaia di docenti con il «marchio di approvazione» delle rispettive diocesi di appartenenza.
Tuttavia, l’agire restauratore dell’indefessa signora Letizia Brichetto in Moratti e del Governo di centrodestra traspare maggiormente da una serie di provvedimenti minori, che cercano di passare inosservati e che proprio per questo finiscono per essere più dirompenti, minando il sistema metodicamente e senza dover rendere troppo conto del proprio operato. La riprova la si è avuta con la circolare 31 del 18 marzo, che bypassando la Costituzione e sfruttando le ambiguità della Legge 62/2000 (anch’essa eredità ulivista), attua una vera e propria semplificazione dell’attività delle scuole private, attraverso accorpamenti, scorpori, aumento del numero minimo degli alunni, creazione di organi collegiali ad hoc, eliminazione delle valutazioni sulla qualità degli istituti.
Politica che viene attivamente supportata dalle amministrazioni regionali (di entrambi gli schieramenti politici) attraverso lo strumento del buono scuola. I referendum promossi contro queste delibere vengono peraltro sconfitti dal mancato raggiungimento del quorum: destino più o meno inevitabile per uno strumento oramai obsoleto, facilmente impallinabile con l’invito all’astensione. Cosa che ha fatto apertamente la Chiesa cattolica in occasione della recentissima consultazione in Liguria: il vescovo di Genova Bertone ha dichiarato di essere «soddisfatto perché non andando a votare i cittadini hanno confermato l’inutilità e l’irrazionalità di questo referendum» (peraltro, quasi un quarto della popolazione ha detto comunque esplicitamente no al buono scuola). Ricordiamo, ancora una volta, che in Italia «scuola privata» equivale a dire soprattutto «scuola cattolica».
Il progetto morattiano va dunque avanti, e si attua anche attraverso tanti atteggiamenti simbolici: piccoli, come gli ostacoli che vengono frapposti ad una effettiva fruizione dell’ora alternativa a quella di religione, o come lo strisciante sostegno alle celebrazioni di messe o benedizioni durante l’orario scolastico. Ma anche grandi, come la concessione di una laurea honoris causa in giurisprudenza a Karol Wojtyla, decisa dall’Università di Roma «La Sapienza» (la seconda nel mondo come numero di studenti, il più grande istituto educativo italiano).
Degno coronamento di tutto ciò rimane il tentativo di «marcare» territorialmente anche le aule con la presenza del crocifisso: tentativo che l’UAAR sta continuando a fronteggiare attraverso il ricorso a diverse iniziative giuridiche.
LA DISCUSSIONE SULLA FUTURA COSTITUZIONE EUROPEA ENTRA NELLA FASE CALDA
La Convenzione incaricata di redigere la bozza della futura Costituzione Europea, pur non accogliendo interamente le perentorie istanze formulate dalla Chiesa cattolica, con l’art. 37 ha tuttavia almeno in parte recepito la richiesta di un trattamento di favore. Recita infatti questo articolo: «1. L’Unione europea rispetta e non pregiudica lo status previsto nelle legislazioni nazionali per le chiese e le associazioni o comunità religiose degli stati membri. 2. L’Unione europea rispetta ugualmente lo status delle organizzazioni filosofiche e non confessionali. 3. L’Unione mantiene un dialogo regolare con tali chiese ed organizzazioni, riconoscendone l’identità e il contributo specifico».
Tale formulazione non è altro che il recepimento, nel testo della Costituzione Europea, della Dichiarazione n. 11 allegata al Trattato di Amsterdam del 1997.
L’UAAR, all’interno di un comunicato diramato in proposito, ha sottolineato come «Il 37/1 congela ogni futura evoluzione verso un’armonizzazione in senso laico dello status delle chiese nell’UE. Il 37/2 consente ai governi che rifiutano di riconoscere l’esistenza delle organizzazioni filosofiche e non confessionali di continuare a farlo in piena legittimità europea. Il 37/3 afferma - senza precisarli - i concetti di “identità” e di “contributo specifico” delle chiese». Il comunicato ricorda a tutti cosa rappresenti, attualmente, l’identità «laica» della Chiesa cattolica. «Se il cristiano è tenuto ad ammettere la legittima molteplicità e diversità delle opzioni temporali, egli è ugualmente chiamato a dissentire da una concezione del pluralismo in chiave di relativismo morale, nociva per la stessa vita democratica, la quale ha bisogno di fondamenti veri e solidi, vale a dire, di principî etici che per la loro natura e per il loro ruolo di fondamento della vita sociale non sono negoziabili» (Nota dottrinale circa alcune questioni riguardanti l’impegno e il comportamento dei cattolici nella vita politica, a cura della Congregazione per la dottrina della fede, 24 novembre 2002).
Anche la FHE/EHF, la Federazione Umanista Europea di cui fa parte l’UAAR, ha espresso in un proprio comunicato il proprio disappunto. «Le associazioni non confessionali menzionate al comma 2, che sono organizzate in maniera democratica, non hanno nessun vantaggio da perdere poiché, laddove esistono, le sovvenzioni pubbliche di cui godono sono minime. Se questi testi fossero adottati, sarebbe la prima volta che il trattato dell’Unione concernerebbe le chiese e quindi che queste materie diventerebbero di competenza dell’Unione. Ci si potrà allora attendere interventi diretti e ufficiali delle chiese in un gran numero di questioni appartenenti alla vita sociale, quali l’inizio e la fine della vita (IVG, eutanasia, contraccezione), la famiglia, le ricerche biomediche, la morale, il divorzio, l’educazione, ecc. L’Unione deve tenere distinte la religione dal governo della cosa pubblica e non può ricercare la propria legittimità nei confronti dei cittadini ricorrendo alla religione o invocando dio. L’Unione non ha da preoccuparsi dei contributi specifici che le chiese possono apportare ai loro fedeli. La EHF/FHE Federazione umanista europea è già intervenuta su tale questione esprimendo le ragioni della propria opposizione ma oggi è necessario che tutti coloro che hanno a cuore il principio della laicità delle istituzioni pubbliche e la separazione delle chiese dallo Stato manifestino il loro disaccordo con l’art 37 proposto dal Praesidium e ne esigano il ritiro».
L’UAAR è giornalmente impegnata nella tutela della laicità delle istituzioni, non solo italiane. Come «fronte italiano» della FHE/EHF (particolarmente impegnativo, visto la vicinanza del Vaticano) si è costantemente attivata per divulgare queste tematiche attraverso i principali mezzi di informazione (vedi, ad esempio, Repubblica del 20 aprile).
3. FLASH: UN MESE DI ATTIVITÀ UAAR
1/4/2003. Distribuzione del numero 2/2003 (26) de L’Ateo. La rivista ha dedicato diversi articoli al tema dell’eutanasia e alla Settimana Anticoncordataria, con un occhio di riguardo alla domanda: «Etica laica, atea, agnostica o uaarina?». 5-12/4/2003. Torino, in Via Garibaldi sono stati attivi, durante il pomeriggio, due banchetti UAAR. 8/4/2003. La consigliera comunale Franca Eckert Coen, delegata del sindaco di Roma, ha organizzato la cerimonia di inaugurazione del Tempietto Egizio, all’interno del Cimitero Monumentale del Verano, luogo destinato allo svolgimento di cerimonie funebri laiche. Alla presenza della giornalista Miriam Mafai, dell’attore Giacomo Piperno, dell’attrice Caterina Vertova e di un violinista che ha eseguito brani di musica ebraica molto suggestivi, sono intervenuti i rappresentanti delle associazioni laiche, tra cui anche il coordinatore del Circolo UAAR di Roma Sergio D’Afflitto. 17/4/2003. Il Circolo UAAR di Firenze ha organizzato una conferenza della Prof. Maria Turchetto (Dip. di Studi Storici, Univ. «Ca’ Foscari» di Venezia) dal titolo Lost In Space: I problemi del dio cristiano nell’universo infinito. 19/4/2003. Radio Popolare (FM 107.6) ha intervistato diverse persone a proposito della futura Costituzione europea. Tra queste Vera Pegna, vicesegretaria UAAR.
4. FLASH: UN MESE DI AGGIORNAMENTI SUL SITO
Aggiornamento (quasi) quotidiano delle Ultimissime (raggiungibili direttamente dalla home page)
Newsletter del 31/3/2003.
L’Ateo numero 2/2003, indice e due articoli.
Aggiornamento scheda «Modernismo Cristiano».
Aggiornamento scheda «Bioetica e Clonazione».
Aggiornamento scheda «Concordato».
Aggiornamento scheda «Vilipendio».
Aggiornamento scheda «Atei e Legislazione Italiana».
Aggiornamento scheda «Eutanasia».
Aggiornamento scheda «Funerali Civili».
Aggiornamento scheda «Divorzio».
Aggiornamento Documenti in lingua Francese.
Aggiornamento Documenti in lingua Inglese.
Aggiornamento Link.