sull’ispezione ministeriale contro il giudice Tosti
Il ministro della giustizia, ingegner Roberto Castelli, ha inviato un ispettore al tribunale di Camerino per indagare sul conto del giudice Luigi Tosti. I gravi indizi che hanno indotto il ministro a promuovere l’ispezione sono: il giudice Tosti è ateo; il giudice Tosti si professa ateo; per il giudice Tosti persone atee e persone praticanti una religione hanno pari dignità; il giudice Tosti pone sullo stesso piano il simbolo di una associazione di atei ed il simbolo di una confessione religiosa; il giudice Tosti chiede il rispetto del principio costituzionale della laicità dello Stato.
Qualcuno aveva appeso nell’aula del tribunale di Camerino un crocifisso, simbolo della chiesa cattolica. Nessuna norma giuridica vigente prevede l’esposizione di tale oggetto. Una circolare del regime fascista, a firma del ministro Rocco (dell’anno 1926 e.v.) prescriveva che nelle aule di udienza «sopra il banco dei giudici e accanto all’effigie di Sua Maestà il Re» fosse collocato il crocifisso. Successivamente, e qualcuno dovrà informare il ministro Castelli, è entrata in vigore la Costituzione repubblicana che sancisce il principio di laicità dello Stato. Successivamente ancora, con il nuovo Concordato, è stata anche tolta “la religione ufficiale dello Stato”. Il ministro Castelli, che ha giurato fedeltà alla Repubblica ed alla Costituzione, sarà stato avvertito che non c’è più la monarchia, che non c’è più il re, che nelle aule di tribunale non c’è l’effigie del re e che, pertanto, “accanto” a essa non c’è spazio per nulla, neppure per il crocifisso?
Il giudice Tosti ha chiesto a chi di dovere di togliere il crocifisso dall’aula delle udienze del tribunale di Camerino, senza ottenere risposta; ha chiesto di poter mettere accanto al crocifisso altri simboli, egualmente senza risposta. Essendo iscritto all’Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti, il giudice Tosti ha appeso accanto al crocifisso il logo dell’UAAR. Questo è stato tolto, quello è rimasto. Al ministero si sono innervositi perché il fatto ha avuto una qualche eco sulla stampa. Al ministero si è pensato di intimidire e di discriminare il giudice Tosti inviandogli un’ispezione. L’ispezione dovrebbe raccogliere elementi per promuovere un’azione disciplinare nei confronti del giudice Tosti o, quantomeno, per richiedere un suo trasferimento per incompatibilità ambientale.
L’UAAR denuncia l’uso confessionale della potestà ispettiva ed esprime fraterna solidarietà al giudice Luigi Tosti, che anche al recente congresso nazionale di Firenze ha tenuto una lucida e dotta relazione sul principio di laicità dello Stato e delle battaglie necessarie per la sua realizzazione. Per fortuna non ci sono più i roghi; ma ci sono ancora le ispezioni intimidatorie.
Giorgio Villella segretario dell’UAAR