Il nostro Darwin Day 2005

a cura di Baldo Conti, Firenze

Da tempo il mondo anglosassone commemora la nascita di Charles Robert Darwin (Shrewsbury 12/2/1809 - Down 12/2/1882) con conferenze, incontri, dibattiti ed eventi vari che celebrano i valori della ricerca scientifica e del pensiero razionale e libero. Nel 2004 il Darwin Day è finalmente arrivato anche nel nostro Paese grazie alle Librerie Feltrinelli che, in collaborazione con l’UAAR, hanno organizzato in quasi tutta Italia diversi incontri con scienziati, docenti e giornalisti scientifici, e - indipendentemente - alle Università e al Museo di Scienze Naturali di Milano (Qui trovate gli eventi che si svolgeranno un po’ ovunque nel mondo). Qui di seguito, invece, il resoconto degli incontri italiani organizzati con la collaborazione o per iniziativa dell’UAAR.

Darwin Day a Firenze

Presso il Museo zoologico “La Specola” dell’Università di Firenze, che anche quest’anno ci ha ospitato nella famosa Tribuna di Galileo, si è tenuto l’incontro per il Darwin Day, che sta divenendo una consuetudine di forte richiamo per tutta l’Italia. I relatori sono stati i professori Marcello Buiatti (Darwin e il benevolo disordine della natura), Enzo Gallori (L’alba dell’evoluzione darwiniana e l’origine della vita sulla Terra), Jacopo Moggi-Cecchi (Dai Primati all’uomo), Emanuele Coco (Istruzioni per una corretta sopravvivenza: William Donald Hamilton e l’“Horribly Cruel Work of Nature” di Darwin). Francesco Dessì-Fulgheri, che ha coordinato e presentato l’iniziativa, ha esordito dicendo che la commemorazione dello scienziato inglese è stata organizzata con forze interne del Dipartimento di Biologia Animale e Genetica e con la collaborazione dell’UAAR, Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti. Poi ha presentato i relatori.

Buiatti ha iniziato polemizzando con il ministro Moratti che ha tolto dalla scuola media inferiore il darwinismo, con la conseguente spinta verso l’omologazione che è fortemente in antitesi con la multiversità, necessaria alla sopravvivenza della specie (la sua relazione è pubblicata nel numero 2/2005 dell’Ateo).

Gallori ha affrontato l’origine della vita la cui impostazione scientifica si è sempre scontrata con le concezioni filosofiche e religiose. Inizia con una digressione storica sull’argomento, partendo dalla Genesi che presenta un dio creatore che infonde la vita, fino alle varie ipotesi sull’età della terra e sull’origine degli esseri viventi. Aristotele sosteneva che i viventi nascevano spontaneamente. Il relatore continua in questo excursus affermando che Francesco Redi ha dato un contributo importante su come si generano gli insetti: come valore scientifico il suo apporto si può paragonare al Sidereus Nuncius di Galileo. Proseguendo la stessa ideale linea di ricerca, Pasteur fece esperimenti sulla nascita dei microorganismi, mentre Darwin - con uno spirito visionario per i suoi tempi, come ha sottolineato Dessì - ipotizzò che la vita potesse avere avuto origine in qualche pozza di acqua calda dove si erano concentrati composti organici semplici. Con il Big bang e la rapida espansione della materia ha preso forma il sistema solare. L’energia liberatasi ha creato sulla Terra le condizioni per la formazione di composti sempre più complessi. L’ipotesi della “evoluzione chimica” della vita, avanzata da Oparin, prevede appunto che nell’atmosfera terrestre primitiva, in cui non v’era ossigeno libero, abbiano avuto origine protocellule e cellule da reazioni ad alta energia avvenute nel cosiddetto “brodo primordiale”.

Moggi-Cecchi ha messo in relazione le grandi scoperte di Darwin e Copernico, che hanno portato a un cambiamento radicale della visione dell’uomo e del sistema solare. Ha poi parlato delle conoscenze attuali riguardo al posto che occupano i primati nella natura e di alcune caratteristiche dei primati viventi che non sono esclusive dell’uomo, come la visione stereoscopica, un cervello più grande, la postura eretta, il linguaggio articolato, cure parentali prolungate, nascita di cuccioli immaturi. Gli studi genetici hanno evidenziato la stretta relazione tra le scimmie antropomorfe e l’uomo: a livello del DNA c’è un’affinità del 98% tra l’uomo e il gorilla e anche con lo scimpanzé. Ma questo non vuol dire che ci sia affinità nel fenotipo. Interessante è il problema di quando si è verificata la divergenza tra le due linee evolutive; è un dibattito che è ancora in corso e molto dipende dal ritrovamento di fossili. Comunque si deve pensare a un’evoluzione graduale e lenta dei primati. Negli anni ’80 gli scienziati sono arrivati alla conclusione che non è esistita una sola specie di ominide (la teoria è stata rafforzata da recenti ritrovamenti fossili), ma un modello a cespuglio: tante linee di ominidi in più luoghi nello stesso tempo. Alcune forme - vedi l’uomo di Neandertal - sono esistite a fianco dell’Homo sapiens per periodi più o meno lunghi.

Emanuele Coco, biologo e dottore di ricerca in storia della scienza (la cui relazione è anch’essa pubblicata sul citato numero dell’Ateo), ha chiuso l’incontro sottolineando il contributo di biologi evoluzionisti inglesi, primo fra tutti Bill Hamilton.

Alba Tenti

Darwin Day a Genova

Ottimo risultato di affluenza al Darwin Day di Genova che si è svolto il 17 febbraio 2005 per indisponibilità della sala il 12 presso la libreria Feltrinelli di Via Venti Settembre. Si è comunque sfruttata la circostanza per ricordare l’anniversario del rogo di Giordano Bruno. Presenti molte persone. Dopo una breve introduzione del coordinatore del Circolo genovese, che ha spiegato al pubblico le ragioni dell’iniziativa, il Prof. Lucio Russo, che insegna Storia della Scienza all’Università di Roma “Tor Vergata”, ha tenuto una conferenza sulla storia dell’evoluzionismo spiegando che le teorie Darwiniane hanno in realtà origini ben più antiche. Particolare enfasi è stata posta sulla ciclicità storica della conoscenza umana e sull’apparentemente inevitabile alternanza di progresso e regresso che caratterizzerebbe ogni civiltà compresa quindi la nostra. Un animato dibattito ha seguito la conferenza con la partecipazione di un pubblico preparato e molto interessato al tema. Un’esperienza senz’altro da ripetere.

Silvano Vergoli

Darwin Day a Lecce e Bari

Rilevante successo si è registrato con i Darwin Day, promossi dall’UAAR a Lecce il giorno 11 febbraio 2005, nell’Ateneo (Porta Napoli, Sala “Ferrari”), con la collaborazione delle librerie Icaro e del Sole e a Bari il 14 successivo con la Feltrinelli (di Via Melo), relatore in entrambe il biologo Prof. Ferdinando Boero dell’Università salentina, che ha parlato de La teoria dell’evoluzione delle specie e l’attualità del pensiero di Darwin. Dopo aver tratteggiato la storia della teoria evoluzionistica, precisando che teoria non è intuizione, né ipotesi, ma scoperta di ciò che già esiste, e descrizione del processo, dal momento che il fenomeno evoluzione era stato già scoperto da Lamarck, il Prof. Boero ha dimostrato l’inconsistente scientificità della “crociata Zichichiana” e di tutti i movimenti conservatori d’Oltreoceano. La pretesa di togliere fondamento al pensiero di Darwin perché non è stata trovata una formula per la sua formalizzazione validante - ha proseguito il relatore - è come se si dovesse sostenere che non potendo verificare sperimentalmente la caduta dell’Impero Romano, questa non sarebbe mai avvenuta. La rivoluzione darwiniana - ha concluso Boero - ha posto l’uomo non sopra o al centro, ma nella natura, come la copernicana con il mondo nell’universo. Quella umana è una delle tante specie che si sono evolute con una caratteristica unica: la ragione. Per questo continuiamo a celebrare il compleanno di Charles.

Gli incontri si sono conclusi con nuovi iscritti e due proposte: promuovere sottoscrizioni per l’allocazione delle statue di Darwin e progetti, finanziati dalle province per corsi di formazione per biologi che nelle scuole superiori attivino incontri di studio sull’evoluzione con credito formativo per gli studenti. Le due manifestazioni sono state possibili grazie alla collaborazione determinante dei soci Vincenzo Capilungo, Marcella Trulli, Giuseppe Caputo e Angela Iudici.

Giacomo Grippa

Darwin Day a Livorno

A Livorno abbiamo celebrato la Giornata di Darwin con una conferenza nella libreria Gaia Scienza, in via Di Franco 12, venerdì 11 febbraio 2005. Lo abbiamo fatto con un giorno di anticipo, per consentire alle persone interessate di partecipare sia alla nostra conferenza sia a quella tenuta dall’UAAR nella vicina Pisa sabato 12. La libreria Gaia Scienza, in questa nostra piccola città di provincia senza università, svolge un ruolo importante nella promozione della cultura, ospitando conferenze, presentazioni di libri, mostre, in continuità e nella massima varietà. Essa è punto di riferimento per tutti i livornesi con interessi culturali.

La conferenza è stata tenuta dal Prof. Pier Giovanni Gervasi, biologo molecolare, ricercatore qualificato al Consiglio Nazionale delle Ricerche a Pisa, impegnato nella ricerca e nell’insegnamento dei meccanismi molecolari di tossicità e cancerogenesi. Durante la conferenza il professore ha presentato La sopravvivenza del più adatto di Kim Sterelny edito da Raffaello Cortina. Questo è un libro di ottima divulgazione, facile lettura, esauriente informazione, che pone in confronto le due più dibattute teorie filogenetiche: da una parte (Dawkins) l’idea di un mondo di “replicatori genetici” che usano gli organismi come semplici veicoli, dall’altra (Gould) l’idea che i meccanismi della selezione siano controllati da “storie contingenti” di svariati vincoli strutturali.

Il pubblico ha animato la conferenza con numerose domande di carattere scientifico e con ancor più numerosi commenti di carattere filosofico. Tutti i presenti erano concordi nel ritenere che la divulgazione delle teorie filogenetiche e delle conoscenze biologiche in generale è essenziale per la promozione delle concezioni razionali del mondo e che, conseguentemente, è importante anche per la difesa della laicità, essendo la democrazia fondata sulla capacità dei cittadini di argomentare razionalmente, liberi dalla superstizione.

Quando abbiamo parlato della Moratti, il pubblico, composto prevalentemente da insegnanti, è diventato turbolento, e ha giudicato intollerabile il suo tentativo di togliere dai programmi scolastici l’insegnamento dell’evoluzione naturale. Da questa critica al tentativo di impedire la libertà d’insegnamento scientifico, l’attenzione del pubblico si è spostata spontaneamente al problema della mancanza di libertà nella ricerca scientifica, in particolare alla proibizione della ricerca sulle cellule staminali embrionali, necessaria allo sviluppo della medicina rigenerativa.

Alla conferenza erano presenti diverse persone, meno però di quanto noi avremmo desiderato, ma più di quanto avevamo previsto, per cui abbiamo dovuto aggiungere sedie tra gli scaffali dei libri. Molte di loro uscendo sbirciavano incuriositi le copie dell’Ateo che avevamo distribuito.

Rolando Leoneschi

Darwin Day a Milano

Il festeggiamento del “barbuto naturalista”, come recita la presentazione della Libreria La Feltrinelli, è stato anticipato al giorno 11 febbraio 2005. Il Circolo di Milano ha invitato al dibattito Giulio Giorello, titolare della cattedra di Filosofia della Scienza all’Università di Milano, autore di numerosi saggi e curatore della collana Scienza e idee per R. Cortina Editore; Giovanni Boniolo, professore di Logica e Filosofia della Scienza presso l’Università di Padova, autore, tra l’altro, del libro Il limite e il ribelle, etica, naturalismo, darwinismo, recensito su L’Ateo n. 3/2004 (32); e Armando Massarenti responsabile della pagina «Scienza e filosofia» del supplemento culturale de Il Sole-24 Ore. I relatori hanno ringraziato la nostra associazione per l’opportunità ritenuta al tempo stesso piacevole e importante.

Dopo la breve presentazione dell’UAAR, fatta dalla Coordinatrice, che ha presentato anche i relatori, Massarenti ha introdotto alcuni argomenti per la discussione come il rapporto tra Darwin, l’ateismo e l’agnosticismo, il punto di vista della Chiesa cattolica su Darwin, il pensiero di Darwin sull’origine dell’etica. Massarenti ha completato la sua introduzione dicendo che Darwin, che ha per così dire completato il lavoro scientifico iniziatosi nel 1600, con l’ultima riforma della scuola è stato estromesso dai programmi.

In sintesi, il primo intervento di Giorello: Darwin evitava di gettarsi in polemiche pubbliche, non lo fece neppure quando un vescovo anglicano, detto per il suo modo d’essere e di comportarsi “il viscido”, si era scagliato contro le sue teorie, ma nelle lettere scriveva che la natura è obiettivamente crudele e si interrogava su un dio anch’esso evidentemente crudele poiché tollera/impone sofferenze. Darwin è totalmente contro l’idea di provvidenza, esclude qualsiasi finalismo: questo lo mette in assoluta opposizione rispetto alle chiese cristiane.

Negli Stati Uniti ci sono stati in passato processi vinti contro insegnanti che proponevano a scuola il darwinismo, tuttora ci sono minacce a insegnanti darwiniani. L’antidarwinismo c’è stato e c’è ancora in Italia, Irlanda, Gran Bretagna, ecc. Sono stati contro il darwinismo i clericali, ma anche filosofi laici come Benedetto Croce e i comunisti negli anni ’50. Attualmente tanti “laici di terz’ordine” si trovano d’accordo con gli oscurantisti clericali e su Internet continuano a circolare le vecchie obiezioni popolari contro il darwinismo.

Circa la domanda se la Chiesa cattolica abbia riabilitato o no Darwin, piuttosto che Galileo o altri, appare più un problema della Chiesa stessa, non certo di chi è ateo: è la Chiesa che dovrebbe sentire il bisogno di mondarsi dalle sue tante colpe. Circa la morale, essa dovrebbe scaturire dal libero fiorire e confrontarsi di opinioni diverse e basarsi su criteri razionali. Invece, poiché il nostro non è uno Stato laico, i nostri ministri dicono e impongono cose “di parte” e irrazionali su scienza, libertà di ricerca, embrioni e loro uso scientifico, clonazione umana, ecc. Tutto ciò ci fa restare indietro nel campo della ricerca medico-scientifica e ha anche pesanti ricadute economiche.

Giovanni Boniolo si è dichiarato pienamente d’accordo con Giorello e ha aggiunto che in Italia v’è un abuso della bioetica, vi sono tantissimi comitati di bioetica con un totale di 6.000-7.000 persone di cui però solo una percentuale irrisoria ha pubblicato qualcosa a livello internazionale. Siamo pieni di persone impreparate, d’incompetenti che parlano e scrivono d’ingegneria genetica, embriologia, ecc. facendo errori basilari, ma che prendono decisioni nei comitati di bioetica. Circa la Chiesa e Darwin: nel 1859 viene pubblicato L’origine delle specie, nel 1861 L’origine dell’uomo, nel Concilio Vaticano successivo la dottrina darwiniana viene definita “”«turpe»; Giovanni Paolo II ora dice che la teoria evoluzionistica può essere una ipotesi, ma il Papa in realtà non parla di darwinismo, non lo riabilita per nulla: infatti non può esserci coesistenza tra la teoria di Darwin e la teoria della Chiesa. Darwin nega il finalismo e la Chiesa ovviamente non può negarlo, perché dovrebbe negare la provvidenza e lo stesso dio. Sulle capacità morali dell’uomo Darwin ha almeno due teorie: esse ci sono perché il cervello si è evoluto anche in questa direzione, oppure l’uomo ha creato sistemi morali secondo i tempi e i luoghi della sua evoluzione. Quindi non c’è un dio che ci dà capacità morali, ma piuttosto un cervello che si è evoluto in un certo modo ed è arrivato all’etica. Ogni filosofo ha idee diverse sulla nascita dell’etica: anziché fare etologia comparata bisognerebbe fare “neuroetologia comparata” perché il nostro cervello, il linguaggio, le categorie sono differenti per l’uomo e per gli altri animali (strutture nervose diverse danno capacità differenti).

Massarenti ha ripreso la parola specificando che il Comitato nazionale di bioetica è nato 15 anni fa e in breve si sono improvvisati tutti bioeticisti, a stragrande maggioranza cattolica. D’altra parte in Italia sono il presidente del consiglio e il suo governo che decidono chi deve far parte del Comitato, che infatti è composto per lo più non da scienziati, ma da teologi e psicologi di orientamento cattolico. Nel suo ultimo intervento Giorello ha sostenuto che nella democrazia c’è una tirannide implicita e si è domandato se l’uso del principio di maggioranza abbia valore nei problemi di coscienza. Ha poi sottolineato che in Gran Bretagna sono i veri specialisti (scienziati come Dawkins, ad esempio) a scrivere memorandum per i governanti. Infine Boniolo ha sostenuto che nel dialogo filosofico, bioetico, scientifico la quasi totalità di quelli che pontificano non hanno gli strumenti per argomentare, sull’embrione per esempio non hanno le relative conoscenze scientifiche e non essendo in grado di formulare proprie teorie razionali li abbiamo sentiti rifarsi ad Aristotele e alla sua dualità di potenza e atto. Il numerosissimo pubblico, assiepato anche in piedi, ha applaudito calorosamente tutti gli interventi.

Marina Franceschini, Circolo UAAR di Milano

Darwin Day a Modena

Giovedì 10 febbraio 2005 alle 17:30 presso la libreria Feltrinelli di Modena, in Via Cesare Battisti 6, il Prof. Giorgio Celli dell’Università di Bologna ha tenuto una conferenza sul tema Darwin oggi e sempre. La teoria dell’evoluzione della specie e l’attualità del pensiero di Charles Darwin. Era la prima volta che si celebrava il Darwin Day a Modena ed è stata senza dubbio la più importante manifestazione finora organizzata dal locale Circolo UAAR, che è stato fondato meno di un anno fa, e che ha la maggior parte dei soci più attivi residenti nei comuni della provincia.

Nonostante l’orario pomeridiano, la sala messa a disposizione dalla Libreria Feltrinelli (circa 60 posti a sedere) era gremitissima e varie persone sono state impossibilitate a seguire la conferenza, tenuta dal Prof. Celli in modo brillante e col suo tipico stile, semplice e informale, anche con il supporto di diapositive. Da segnalare la presenza di giovani e di numerosi insegnanti di scienze. Il Prof. Celli ha sottolineato con forza il fatto che la teoria dell’evoluzione delle specie non è una delle tante teorie o ipotesi scientifiche sviluppate di tanto in tanto dagli studiosi, ma è ormai divenuta già da lungo tempo verità scientifica acquisita e un fondamento per lo sviluppo di interi settori della ricerca scientifica. Ogni ideologia, religiosa o non, che volesse negarla, compie inevitabilmente un’opera di grossolana mistificazione della realtà.

La partecipazione alla conferenza e al successivo dibattito hanno mostrato con evidenza l’interesse verso tali temi, anche forse come reazione ai tentativi oscurantisti, che il ministro Moratti in ambito scolastico, ma anche altre forze in altri campi, compiono per nascondere verità scientifiche che fanno molto scomodo alle ideologie clericali e oscurantiste. C’è attualmente una battaglia culturale in corso, che è fortemente legata a temi della vita quotidiana dei cittadini. Oggi più che mai la consapevolezza che l’Uomo è semplicemente un primate più evoluto o che l’embrione non è una persona, sono fattori che possono determinare scelte che incidono sulla vita quotidiana delle persone (vedi referendum sulla legge sulla procreazione assistita). È necessario dunque impegnarsi in questa battaglia culturale e per il trionfo della ragione e della razionalità scientifica.

Il Circolo UAAR di Modena ha intenzione di proseguire su questa strada, anche oltre il Darwin Day, con nuove ulteriori iniziative, utilizzando proficuamente anche la disponibilità di tante personalità della cultura e della scienza, che sempre più anch’esse diventano sensibili all’importanza di tali battaglie. Da segnalare, infine, l’estrema disponibilità dell’organizzazione della libreria Feltrinelli di Modena, che ha contribuito fattivamente alla riuscita della manifestazione.

Enrico Matacena

Darwin Day a Padova

Il Circolo di Padova ha deciso quest’anno di organizzare per il Darwin Day una serie di conferenze sui temi della scienza e dell’evoluzionismo. Impostando i primi contatti a novembre, abbiamo messo a punto tre incontri, i primi due svoltisi presso una sala comunale e l’ultimo, in occasione del Darwin Day, in collaborazione con la libreria Feltrinelli cittadina. Negli eventi abbiamo messo a disposizione copie dei libri presentati e materiale dell’associazione.

Il 13 gennaio abbiamo ospitato Danilo Mainardi, etologo di grande fama e docente all’Università “Ca’ Foscari” di Venezia, per presentare il libro L’animale irrazionale (Mondadori, 2001) e parlarci di “autoinganni”, superstizioni e religioni. Se la capacità di credere è così diffusa tra gli esseri umani in ogni epoca, deve “servire” dal punto di vista dell’evoluzione. Ha partecipato anche Maria Turchetto, fornendo spunti per riflettere sulle tesi di Mainardi. L’affluenza è stata ottima, circa 120 persone; abbiamo distribuito diverse copie del saggio e raccolto alcune iscrizioni e reiscrizioni.

Il 28 gennaio Giovanni Boniolo ci ha intrattenuti con una appassionante lezione su etica e morale dal suo libro Il limite e il ribelle (Raffaello Cortina, 2003). Legato all’UAAR per l’amicizia con Martino Rizzotti e tante collaborazioni passate, insegna Filosofia della Scienza all’Università di Padova. Ha la morale basi metafisiche o biologiche? Certamente no; nella biologia sta piuttosto la capacità morale dell’uomo. Il tema, forse oscuro nel clima culturale italiano dominato da teologi e filosofi (che non filosofeggiano), ha richiamato comunque 80 spettatori circa.

Infine il 10 febbraio (non il 12 per esigenze della libreria) Guido Barbujani ha presentato il romanzo Dilettanti. Quattro viaggi nei dintorni di Charles Darwin (Sironi Editore, 2003). Barbujani è un importante genetista e docente all’Università di Ferrara. Aprendo con un ricordo di Martino, ci ha parlato del darwinismo, dei suoi oppositori e del perché è importante celebrare il sommo biologo. Ha poi ricostruito le fasi della stesura del romanzo e la funzione dei personaggi in rapporto a Darwin e al suo lavoro. Questa affascinante discussione è stata seguita da una trentina di persone nella saletta predisposta e diffusa dall’impianto audio della libreria per gli altri clienti.

Di queste conferenze potrete leggere delle trascrizioni o cercare altro materiale su L’Ateo e sul sito del circolo www.uaar.it/padova.

Un enorme ringraziamento ai relatori che hanno accettato con entusiasmo il nostro invito, agli spettatori che si sono profusi in domande e commenti e ai soci e amici (in particolare Alessandro Zan) che hanno speso tempo ed energie per il buon esito degli eventi.

Flavio Pietrobelli

Darwin Day a Palermo

La manifestazione si è svolta presso la libreria Feltrinelli il giorno 11 febbraio 2005. La partecipazione del pubblico è stata numerosa, più dell’anno scorso, grazie anche all’impegno del Circolo di Palermo e del suo nuovo Coordinatore a dare il massimo risalto e pubblicità all’evento. Il pubblico si è mostrato attento e interessato. Soddisfatta anche la libreria Feltrinelli che ha visto rapidamente esaurire dagli scaffali alcuni testi citati dagli oratori. Purtroppo uno dei relatori previsti, il Prof. Silvano Riggio, non ha potuto partecipare per problemi di salute. Dopo un breve discorso introduttivo di presentazione esposto da Rocco Chinnici, si sono avvicendati i professori Michele Ernandes dell’Università di Palermo che ha parlato di Peccato originale e teoria dell’evoluzione e Davide Castelli che invece ha parlato di Darwin oggi. Ha concluso il nuovo Coordinatore del Circolo, Pietro Ancona. Da parte del pubblico è venuta una richiesta di chiarimento sul problema dello sbattezzo a cui ha risposto la socia Giuseppina Ficarra citando anche la propria esperienza personale.

Introduzione, di Rocco Chinnici. Le librerie Feltrinelli di tutta Italia con la collaborazione dell’Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti, hanno organizzato questa giornata che, prendendo spunto dall’anniversario della nascita del grande scienziato Charles Darwin, nato appunto il 12 febbraio del 1809, propone anche in Italia un evento che ormai viene celebrato in numerosi Paesi stranieri nei quali in questi stessi giorni si organizzano incontri e dibattiti sui valori della ricerca scientifica. Il darwinismo, a differenza dell’einsteinismo, sembra oggi essere considerato un facile bersaglio da critici di qualsiasi livello di ignoranza, forse perché - come notò acutamente Jacques Monod - tutti credono di capirlo. Noi siamo abituati all’idea che la complessa eleganza delle specie viventi presupponga un progetto, frutto di abilità e soprattutto di intenzionalità da parte di una qualche entità soprannaturale. La vanità umana arriva persino ad accarezzare la nozione assurda che obiettivo finale dell’evoluzione sia la nostra specie. L’evoluzionismo smantella questa concezione: la complessità è frutto di un meccanismo evolutivo molto semplice che non ha nulla di intenzionale. La selezione naturale è l’orologiaio cieco, come lo chiama Richard Dawkins nel titolo di uno dei suoi libri, cieco perché non vede dinanzi a sé, non pianifica conseguenze, non ha in vista alcun fine. L’unica cosa che fa dell’evoluzione una teoria così meravigliosa è che essa ci spiega in che modo la complessità organizzata possa derivare dalla semplicità primordiale.

Peccato originale e teoria dell’evoluzione, di Michele Ernandes. Se si esamina il racconto del peccato di Adamo ed Eva (Gn 3: 1-24) nell’ambito della sola Bibbia ebraica, e secondo un’ottica antropologica non legata a una particolare fede, tale racconto risulta essere un mito volto a spiegare l’origine della mortalità umana. Rientra quindi nella categoria dei “miti eziologici della morte” presenti in tutte le culture umane. Come è stato notato negli ultimi due secoli, l’Uomo è stato sempre incapace di accettare la propria mortalità come un dato naturale e ha avuto sempre bisogno di spiegarsene l’origine. Con il Cristianesimo il valore del peccato di Adamo ed Eva cambia: da semplice spiegazione dell’origine della mortalità umana esso diventa un’offesa fatta a Dio avente un carattere universale, diventa cioè il peccato originale comune a tutti gli uomini, i quali, tutti, in Adamo hanno peccato. Questa dottrina, fondamentale e caratteristica del Cristianesimo, è esposta nella Lettera ai Romani (cap. 5, versetti 12-21). Su questo singolo passo del Nuovo Testamento si fondano tutte le teologie della Redenzione che caratterizzano varie Chiese Cristiane. Per tutte quelle confessioni che considerano la morte di Gesù come un sacrificio di espiazione realmente avvenuto, deve logicamente essere avvenuto il fatto, la colpa, che quel sacrificio ha reso necessario. Quando perciò la Chiesa Cattolica accetta la teoria dell’evoluzione, precisa però che l’umanità non può essersi originata come una popolazione, ma deve essere discesa da un’unica coppia (necessità del monogenismo espressa da Pio XII nell’enciclica Humani generis). La derivazione di tutta l’umanità da una singola coppia originaria ha lasciato perplesso anche un evoluzionista piuttosto accomodante nei confronti delle religioni come S. J. Gould il quale, in una nota, osservò che se Pio XII aveva affermato che non si poteva accettare l’ipotesi della discendenza degli uomini da una popolazione, ma da una singola coppia, per il fatto del peccato originale, allora l’avrebbe dichiarato in errore (Gould, I fossili di Leonardo e il pony di Sofia, trad. it. 2004, pag. 418).

Darwin Oggi, di Davide Castelli. Il nuovo modello del mondo è basato sull’informazione. Christopher Langton studia l’evoluzione al computer ed è alla ricerca dell’algoritmo di Darwin. Fino a oggi la Biologia ha cercato di capire il vivente smontandone i meccanismi. L’algoritmo di Darwin è un possente algoritmo usato però fino a ora in un contesto erroneo; bisogna trasporlo dall’ambito classico a quello contemporaneo, in cui, per l’analisi della realtà bisogna accordarlo con la Teoria quantistica, con la Teoria della computabilità e con quella dell’Epistemologia. Soltanto così esso potrà continuare a esercitare la sua straordinaria influenza sulle menti dei ricercatori anche per i secoli futuri.

Ha concluso la manifestazione Pietro Ancona, nuovo Coordinatore del Circolo di Palermo il quale ha illustrato brevemente il ruolo dell’UAAR nella lotta contro ogni oscuramento della ragione e del valore della scienza oggi mentre si tenta di far passare attraverso i mass media, specialmente televisivi, un messaggio di irrazionalità e di fideismo cieco. Ha ricordato che gli atei si considerano eredi della tradizione filosofica greca che poneva la conoscenza al centro della ricerca della verità.

Rocco Chinnici

Darwin Day a Pisa

Il Darwin Day è stato celebrato a Pisa con un incontro organizzato dall’UAAR presso la prestigiosa sede della Scuola Normale Superiore in Piazza dei Cavalieri. L’incontro ha richiamato un folto pubblico di più di cento persone, soprattutto studenti e ricercatori delle varie istituzioni della didattica e della ricerca pisana. Hanno partecipato Marcello Buiatti (Dipartimento di Biologia Animale e Genetica dell’Università di Firenze), Lorenzo Calabi (Dipartimento di Filosofia dell’Università di Pisa), Sergio Ghione (Istituto di Fisiologia Clinica del CNR, Pisa), Floriano Papi (Accademia dei Lincei) e Maria Turchetto (Direttore de L’Ateo, Dipartimento di Studi Storici Università “Ca’ Foscari”, Venezia).

Dopo l’introduzione di Maria Turchetto, Floriano Papi ha ricordato la storia delle scoperte di Darwin in rapporto con il pensiero scientifico prevalente di allora. Sono seguite le due relazioni principali tenute da Lorenzo Calabi (Darwin morale) sull’influenza del pensiero di Darwin sulla filosofia contemporanea e di Marcello Buiatti (Darwin e il benevolo disordine della vita) sui limiti del pensiero neodarwinista “ortodosso” di fronte alle nuove acquisizioni della genetica moderna. Ha concluso le relazioni il coordinatore del circolo UAAR di Pisa Sergio Ghione, che ha parlato di “medicina darwiniana”. È seguito un lungo e interessante dibattito presieduto da Maria Turchetto.

Sergio Ghione

Darwin Day a Roma

Sulla scia delle iniziative del mondo anglosassone, anche in Italia sta prendendo piede la consuetudine di festeggiare la ricorrenza della nascita di Charles Darwin con incontri, dibattiti e convegni per mantenere vivo l’interesse per i valori della ricerca scientifica e del pensiero razionale.

Venerdì 11 febbraio 2005 alle ore 18, infatti, anche la libreria Feltrinelli di via Vittorio Emanuele Orlando, in collaborazione con l’UAAR, ha promosso un incontro per discutere dei destini della scienza e della ricerca in occasione del compleanno del grande studioso. I relatori Barbara Continenza (docente di Storia del Pensiero Scientifico dell’Università Roma 2 “Tor Vergata”), Gilberto Corbellini (docente di Storia della Medicina e di Bioetica dell’Università Roma 1 “La Sapienza”) e Massimo Stanzione (docente di Filosofia della Scienza dell’Università di Cassino), hanno saputo attirare l’interesse di una sessantina di persone con le loro considerazioni e delucidazioni sull’argomento e per questo li ringraziamo. La conferenza è stata presentata dal coordinatore del circolo romano Francesco Paoletti, che ha, tra l’altro, chiarito ai presenti anche gli scopi della nostra associazione.

«A me piace parlare di Darwin, ma non so da dove iniziare. La produzione di idee e di scritti sulla sua Teoria è un “mare magnum”». Così ha esordito la prof. Continenza dimostrando, invece, di sapersi ben districare nella materia fornendo in modo esemplare spunti di riflessione su alcuni termini, spesso usati a sproposito, e di approfondimento inerenti le molteplici interpretazioni che sono state date agli studi di Darwin. Nel suo ampio discorso ha parlato di evoluzione intesa da Darwin come mutamento e non come dispiegamento di una realtà già data (tale concetto era preesistente a Darwin), di specie in continua trasformazione e non fisse e immutabili. Tali aspetti hanno contribuito notevolmente al superamento dell’idea dell’esistenza di un progetto divino, dando, così, il via al progresso scientifico.

Il prof. Stanzione si è soffermato sui rapporti tra evoluzionismo, filosofia e teologia, e su come il modello darwiniano abbia stimolato il clima intellettuale del tempo e degli anni a seguire, fino ai nostri giorni e influenzato tutti i campi della conoscenza (linguistica, teoria sociale, psicoanalisi, ecc.). Ha, altresì, spaziato nei meandri dell’eugenetica, azzardando collegamenti tra gli studi sulla selezione naturale e quelli sulla selezione razziale avanzati dai nazisti, lanciando una provocazione intellettuale al relatore successivo, esperto di bioetica.

Il prof. Corbellini, largamente impegnato nella campagna pro fecondazione assistita, non ha accolto la sfida del collega, pur esprimendo il completo dissenso con quel tipo di interpretazione. La sua relazione si è concentrata essenzialmente sulla evidente carenza di interesse per la ricerca scientifica che sta attraversando il nostro Paese. Ha denunciato il rischio che i nostri studenti, sotto l’egida del ministro Moratti, non abbiano la possibilità di conoscere il mondo scientifico e di farne tesoro per realizzare imprese di indubbio valore sociale. Ha fortemente criticato, infatti, tutto l’impianto della riforma scolastica e universitaria, accennando alla recente costituzione della “Commissione dei Saggi”, deputata al controllo di come insegnare le teorie darwiniane…

Corbellini ha inoltre attaccato la Chiesa Cattolica per le sue posizioni oscurantiste rispetto alla legge 40/2004 (fecondazione assistita) e per la sua invadenza su tutto ciò che concerne le questioni bioetiche. Ha concluso auspicando una maggior conoscenza dei risultati che la ricerca attuale sta faticosamente raggiungendo, specialmente sull’utilità degli Ogm e sulle possibilità di dare speranza di guarigione a molti malati con l’uso delle cellule staminali embrionali.

È seguito il dibattito che ha ulteriormente animato l’incontro con altri approfondimenti.

Rosalba Sgroia

Darwin Day a Terni

Posso dirlo in tutta onestà e senza paura di smentite: sabato 12 febbraio 2005 è stata una giornata che ha regalato ai soci ternani dell’UAAR e dell’Associazione Culturale “Civiltà Laica” una gran bella soddisfazione: quella di vedere un Darwin Day perfettamente riuscito, sia dal punto di vista qualitativo - visto l’ottimo livello delle conferenze - sia dal punto di vista quantitativo, per il numero di presenze in sala. Quasi un centinaio di persone ha risposto con la sua presenza ai nostri sforzi organizzativi, una presenza attenta e costante per tutto lo svolgersi della conferenza e, a giudicare dai commenti in sala, rimasta ampiamente soddisfatta dall’incontro. Considerando poi che il Darwin Day si è svolto mentre la città intera è frastornata dallo svolgersi dei festeggiamenti per il suo Patrono (San Valentino) e soprattutto da problemi ben più gravi, come lo smantellamento del più importante polo siderurgico d’Italia con il conseguente dramma di migliaia di famiglie che all’acciaieria hanno sempre legato le loro vite, non si può non restare piacevolmente sorpresi dal successo della nostra iniziativa. Ben cinque relatori si sono alternati dalle 15:45 circa alle 18:30 nella sala comunale di via Aminale: Saverio Forestiero, Marcello Ricci, Domenico Cialfi, Valerio Bruschini e Maurizio Magnani; chi vi scrive ha coordinato l’incontro come socio dell’UAAR nonché presidente dell’Associazione Culturale “Civiltà Laica” (ho avuto molto poco da fare in realtà vista la bravura e la competenza dei nostri relatori).

Ha iniziato l’incontro il prof. Forestiero, che ha detto di voler rinunciare al discorso - che pure aveva preparato con cura nei giorni precedenti - sulla rivoluzione che Darwin aveva portato nel mondo scientifico, per fare un discorso più generale sull’evoluzionismo e sugli attacchi che esso subisce da parte dei creazionisti. Attacchi per lo più privi di senso, visto che le presunte difficoltà che la teoria evoluzionistica incontra oggi sono difficoltà di carattere “tecnico” che non mettono in dubbio l’evoluzione umana e animale e che, inoltre, non esistono altre teorie scientifiche “più soddisfacenti” e più compatibili con i riscontri fossili e scientifici odierni. Forestiero ha quindi fatto un’ampia panoramica sulla scienza in generale, una scienza che - per dirla con una sua bellissima definizione - «è sovversiva e può progredire solo in una società realmente libera».

Dopo il professore dell’Università di Roma 2 “Tor Vergata”, ha preso la parola il prof. Ricci, che ha iniziato il lungo viaggio storico del nostro incontro, un viaggio che partendo da Tolomeo è arrivato a Darwin passando per Galileo; ha così ripercorso una storia dove i pregiudizi e dogmi hanno quasi sempre prevaricato la ragione e troppe volte gli scienziati hanno dovuto rinnegare i loro stessi studi per non incorrere nelle scomuniche e nelle persecuzioni. Il professore ha terminato con una riflessione su una delle più recenti encicliche papali (quella del 1996) ritenuta peraltro, da tutti i mass media e tutte le forze politiche, un gesto di grande apertura alla scienza da parte della chiesa; si è chiesto se un documento in cui Giovanni Paolo II afferma che «senza l’esistenza di un Dio creatore non si hanno dignità e diritti» può essere ritenuto un’apertura.

Il viaggio è stato proseguito dal Prof. Cialfi che ha ricordato anche i tentativi di sfruttare l’evoluzionismo per giustificare la divisione in caste della società nell’Inghilterra del XIX secolo ove c’era chi riteneva i nobili maggiormente evoluti biologicamente della classe operaia. Un ennesimo esempio di come possono essere falsati i risultati di una ricerca scientifica quando - invece di servire la scienza in sé - servono a giustificare il potere, di qualunque colore e fede esso sia. Il viaggio è quindi giunto nell’attualità dei nostri giorni, con il tentativo, fortunatamente fallito, della Moratti di togliere dai programmi scolastici l’evoluzione biologica. Tale argomento è stato affrontato dal prof. Bruschini che ha sgombrato subito il campo dagli equivoci mettendo in chiaro che non si poteva certamente tacciarlo di contrastare la riforma Moratti per ragioni politiche legate alla presenza del centrodestra al governo, dato che ha combattuto con la stessa forza anche la riforma Berlinguer del governo precedente; due riforme che sono un evidente tentativo di rendere la scuola un’azienda e non un luogo di crescita personale. Ha inoltre voluto ricordare che per una battaglia vinta sull’evoluzionismo ce n’è stata un’altra persa, ovvero quella di veder insegnare la storia alle superiori partendo dal tardo Medioevo. Una scelta che definire assurda è troppo poco, difficile non vedere in questo progetto un disegno di cancellare le parti scomode per gli insegnamenti biblici.

L’incontro è stato concluso dal Dott. Magnani che ha presentato il suo libro Spiegare i miracoli (Dedalo editore, prefazione di Piergiorgio Odifreddi); lo ha fatto raccontando di esperienze personali e di fatti attuali come quello famigerato della madonnina di Civitavecchia; ma soprattutto ha parlato del grande divario che purtroppo si sta scavando fra due parti della nostra società. Da un lato la scienza e gli studiosi che arrivano, ad esempio, a misurare il tempo di vita di muoni e positroni e dall’altra la religione e la gente che ritiene inspiegabile il fatto che gocce di liquido fuoriescano da una statuina di gesso. Un divario sempre più accentuato che rende impossibile qualunque confronto. Alla fine dell’incontro diverse persone ci hanno chiesto informazioni sulle associazioni, e ci hanno lasciato i loro contatti per tenerli informati sulle prossime iniziative. Di questa giornata ha parlato una rete televisiva locale (Telegalileo) che ha mandato per intero le dichiarazioni del sottoscritto e del Prof. Ricci in cui abbiamo spiegato i motivi che ci hanno spinto a organizzare il Darwin Day e presentato l’UAAR e l’Associazione Culturale “Civiltà Laica”. Una buona esperienza che senz’altro ci darà una spinta in più per organizzare anche altri eventi simili.

Alessandro Chiometti

Darwin Day a Torino

L’incontro, tenutosi giovedì 17 febbraio 2005 presso la libreria Feltrinelli di Piazza Castello, si è aperto con una mia breve presentazione del Darwin Day, l’appuntamento invernale di coloro che hanno a cuore i valori della libera ricerca scientifica e del pensiero razionale, irrinunciabile anche per l’UAAR che, ho ricordato, individua nella razionalità un proprio valore fondamentale. Ha quindi preso la parola il prof. Aldo Fasolo, docente di Biologia dello Sviluppo presso il Dipartimento di Biologia Animale e dell’Uomo dell’Università di Torino, per la conferenza sul tema La Nuova Biologia: paure e speranze. Il prof. Fasolo ha esordito ricordando la molteplicità delle iniziative promosse da più parti per la celebrazione del Darwin Day, evidenziando che darwinismo ed evoluzionismo significano pluralismo: non v’è uniformità di pensiero, ma ricchezza di atteggiamenti, esistono fatti accertati e teorie differenti che vengono sottoposte continuamente al vaglio critico in quanto nascono dal metodo scientifico, dal rifiuto del dogmatismo, dal confronto delle idee e dal coraggio di cambiarle tenendo conto anche dei risultati ottenuti dagli altri. Darwin, grandissimo scienziato, filosofo e scrittore, ha dato indicazioni straordinariamente utili; il suo apporto è irrinunciabile per capire la scienza moderna. Il prof. Fasolo, che ha curato un ricco Dizionario di Biologia con l’apporto di biologi, filosofi e storici, ha poi citato importanti libri in materia e alcuni scienziati, richiamando in particolare Daniel C. Dennett (che porta l’evoluzionismo alle estreme conseguenze, trascurando che senza la variabilità degli organismi la selezione non ha spazio) e il confronto fra Richard Dawkins e Stephen J. Gould (aventi opinioni molto diverse, ma entrambi convinti della necessità di rifiutare dibattiti pubblici con i creazionisti, non per paura di “perdere”, ma per evitare di concedere loro, con il proprio prestigio, il rispetto che cercano).

Soffermandosi sull’opera Il benevolo disordine della vita di Marcello Buiatti, ha sottolineato che la vita è disordinata, ricca di varianti, alternative e possibilità, non è rigidamente “selezionista” su base genetica. Nel campo della biologia molti risultati importanti sono già stati acquisiti, ma moltissimi devono ancora arrivare; le due concezioni della biologia, naturalistica e di laboratorio, si stanno unificando, permeando sempre più la nostra vita, il nostro modo di essere e il nostro futuro. Bioingegneria, nanotecnologie, organismi geneticamente modificati, clonazione, cellule staminali, terapia genica cellulare, biodiversità, ecc., sono parole che determineranno il nostro “biofuturo”; di fronte a esse tutti abbiamo paure e aspettative: è importante, quindi, riuscire a tenere distinti la componente di razionalità, l’atteggiamento laico, dai condizionamenti rigidi di natura religiosa. La conoscenza scientifica è stata associata alla paura del frutto proibito (legato alla conoscenza come violazione di una regola), al dilemma dell’apprendista stregone (che avvia un processo senza riuscire a controllarlo e ne viene schiacciato) e al dilemma di Frankenstein o del Golem (violenza dell’individuo sulla natura sconosciuta, con la volontà autocratica di porsi al di sopra delle sue regole). Non dobbiamo avere paure, né attese fideistiche, nei confronti della scienza, ma considerarla uno dei prodotti più elevati del nostro modo di procedere umano, la più alta espressione del «benevolo disordine della vita». Infine, al termine del dibattito con il pubblico, il prof. Fasolo ha segnalato che recentemente è stato attivato Pikaia, il primo portale telematico italiano interamente dedicato all’evoluzionismo.

Giuseppe Arlotta

Darwin Day a Venezia

Negli scorsi anni il Circolo di Venezia aveva organizzato per la Settimana Anticoncordataria un tavolo informativo, scegliendo il 17 febbraio, data del rogo di Giordano Bruno, per sottolineare il suo infausto e sfortunato soggiorno nella nostra città. Quest’anno invece abbiamo deciso di ricordare anche a Venezia, con una conferenza, la nascita di Charles Darwin. Poiché a Venezia, centro storico, non esiste una libreria Feltrinelli, abbiamo ottenuto di poter usufruire della saletta delle conferenze della Scoletta dei Calegheri a S. Tomà, dove il prof. Mario Galzigna, docente di Storia della Scienza e di Epistemologia Clinica all’Università degli Studi di Venezia, sabato 12 febbraio ha tenuto una conferenza dal titolo Ripensare la nostra modernità. Rivoluzioni scientifiche e ferite narcisistiche.

È stata la prima conferenza pubblica completamente e autonomamente organizzata dal nostro Circolo. È andato tutto per il meglio: saletta piena, ottima la conferenza tenuta dal brillante relatore. Dopo una presentazione del coordinatore del circolo - che ha illustrato brevemente il significato dell’iniziativa, le caratteristiche dell’associazione e le più importanti battaglie di questi ultimi anni - ha preso la parola il prof. Galzigna che ha sviluppato il suo discorso partendo dalla considerazione del bisogno di una visione non dogmatica e non integralista anche della scienza. Ha poi parlato delle tre rivoluzioni scientifiche che hanno cambiato il mondo: quella di Copernico che ha tolto la Terra dal centro dell’universo, quella di Darwin che ha negato che la natura esista in funzione dell’uomo e dei suoi bisogni e infine quella di Freud che ha dimostrato che l’«Io non è padrone in casa propria», ma deve fare i conti con il proprio inconscio. Sono questi i colpi inferti al narcisismo dell’uomo. Si è poi soffermato sul tema della perdita, dello sgomento per il venir meno della centralità dell’uomo, sottolineando che ogni rivoluzione è il risultato di continuità e frattura, e evidenziando nel suo excursus due altre rivoluzioni nell’ambito della medicina: quella degli anatomisti del ’500 che hanno portato uno sguardo laico sul corpo dell’uomo e quella della curabilità della malattia mentale (Pinel, Esquirol, inizio dell’800) per poi analizzare l’evoluzione del concetto di follia. A conclusione della sua esposizione, da parte del pubblico, sono state poste domande che hanno dimostrato la partecipazione e il coinvolgimento dei presenti. Il prof. Galzigna, con il suo gusto per il paradosso ci ha costretto a riflettere portandoci così a non perdere il vizio di pensare, proprio come ci eravamo augurati.

Attilio Valier

Darwin Day a Verona

Per la prima volta a Verona, grazie al circolo UAAR, si è celebrato il Darwin Day, una giornata dedicata alla ricerca e alla divulgazione scientifica. Sabato 12 febbraio 2005 la pur capiente sala della Società Letteraria si è rivelata piccola. Molti i nostri soci presenti, molti quelli della Società Letteraria e molti gli esponenti del mondo universitario veronese. Dopo poche parole del coordinatore veronese Silvio Manzati, la nostra socia prof.ssa Marta Palmieri, docente di Biochimica presso l’Università di Verona, ha ricordato il significato del Darwin Day e ha presentato il tema e l’oratrice. La relazione della prof.ssa Monica Mottes, docente di Biologia Applicata presso l’Università di Verona, ha trattato la vita, la ricerca e il pensiero di Charles Darwin, le reazioni scientifiche e politico-religiose alla sua teoria, gli sviluppi dell’evoluzionismo e le successive conferme scientifiche, la posizione (recente) della chiesa cattolica. Un lunghissimo applauso ha sottolineato l’apprezzamento del pubblico. È seguito un dibattito con una decina di interventi. La manifestazione ha visto anche un’esposizione di libri attinenti il tema, che abbiamo organizzato in collaborazione con la libreria “La Prosivendola”.

Antonio Bruno