Leggo su La Stampa on line che il presidente Napolitano, nel messaggio per l’apertura delle scuole, ha detto: «la scuola rappresenta uno strumento di equità e di sviluppo, un luogo ideale di confronto, uno spazio aperto a tutti, senza preferenze e discriminazioni».
Ben detto; siamo d’accordo; dovrebbe essere così. Ma in Italia negli asili, nelle scuole elementari e nelle scuole medie quasi sempre c’è unico simbolo religioso, il crocifisso, e c’è sempre come unica ora di religione, l’insegnamento della religione cattolica.
In teoria, per gli alunni di famiglie di religione diversa o senza religione, ci sarebbe l’ora alternativa che però le scuole cercano di non attivare per mancanza di fondi, di spazi, per dirottare gli insegnanti liberi da lezioni a fare supplenze invece che l’ora alternativa; troppe volte chi non si avvale dell’insegnamento della religione cattolica finisce in corridoio, come quando si è “in castigo”. Poi le maestre spiegano quanto sia dannosa questa situazione per il bambino e invitano insistentemente i genitori a fargli frequentare l’ora di religione (cattolica).
In Inghilterra gli insegnanti delle classi delle scuole primarie (non dunque sacerdoti o insegnanti scelti dalle religioni) fanno, alle elementari, delle lezioni che presentano e raccontano le varie religioni e l’ateismo; non sono lezioni di indottrinamento, ma di presentazione, che servono a “includere” tutti gli alunni nella comunità scolastica; ognuno deve sentirsi parte di una comunità accettata e rispettata come tutte le altre.
L’UAAR, nel sito www.uaar.it, nella sezione “Progetto UAAR sull’ora alternativa”, ha messo la traduzione in italiano del libro “Cosa è l’ateismo”, usato nelle scuole primarie inglesi, scaricabile gratuitamente da tutti gli insegnanti e genitori sensibili a queste problematiche; poche lezioni per gli alunni e tanto materiale per insegnanti e genitori.
Nel nostro sito ci sono le leggi, le sentenze, i regolamenti relativi all’ora alternativa; ci sono materiali didattici, si forniscono consulenze; si suggeriscono libri per gli insegnanti o i genitori e libri per bambini. Così le famiglie in cui i genitori non sono cattolici o hanno due religione diverse o sono senza religione possono fare fronte comune e ottenere che nelle loro classi un insegnante faccia, di questa specie di “storia delle religioni e dell’ateismo”, l’ora alternativa.
Se questa iniziativa si diffonde, forse alla fine si supererà questo insegnamento da religione di stato che c’è attualmente in Italia nelle scuole e saranno finalmente rispettati e inclusi tutti gli alunni. L’Italia farebbe un passo avanti concreto verso scuole che sarebbero sul serio «un luogo ideale di confronto, uno spazio aperto a tutti, senza preferenze e discriminazioni» come dice il nostro caro Presidente.