Otto per mille, religione a scuola, ingerenze del Vaticano nella politica. Ma anche la necessità di incidere davvero nella vita del Paese, nelle piccole prepotenze di parrocchia come nelle grandi questioni sociali. Questi i temi del congresso dell’UAAR, che si aprirà il 3 novembre prossimo all’Hotel Sporting di Rimini. Saranno presenti un centinaio di delegati da tutta Italia per l’elezione dei nuovi organi dirigenti (l’attuale segretario, Giorgio Villella, non si è ricandidato). Ma i lavori del congresso sono aperti a tutti, e giornalisti e curiosi sono i benvenuti.
«Nei tre anni passati dallo scorso congresso a oggi» – spiega Giorgio Villella – «il numero dei soci è quasi triplicato, per raggiungere i 2.400 attuali, e siamo arrivati a coprire con la nostra presenza 47 province. Parallelamente è aumentata la tiratura della nostra rivista, “l’Ateo”, e sono aumentati in modo molto significativo i contatti al sito Internet, che superano quota 5.000 al giorno». Adesso, si tratta di fare un salto di qualità. E l’UAAR si sente pronta a farlo.
L’iscrizione al registro nazionale delle Associazioni di Promozione Sociale, avvenuta nel luglio scorso, permetterà all’UAAR di promuovere azioni giurisdizionali per le questioni inerenti i suoi scopi sociali. In pratica, mentre fino a ora, per esempio, per denunciare una visita pastorale in una scuola o qualsiasi altra violazione della laicità dello Stato, era necessario che fossero i singoli soci a esporsi legalmente, adesso sarà l’UAAR a intervenire direttamente, anche grazie alla possibilità di accedere ai documenti amministrativi (legge 383/00). «Anche grazie a questa conquista,» – conclude Villella – «l’UAAR è pronta a trasformare i suoi scopi statutari da utopia a realtà».