Sarà assegnato a Khastegi, del regista persiano Bahman Motamedian, il premio Brian, il premio degli atei italiani per il film che più degli altri porta i valori del laicismo sul grande schermo, assegnato per la terza volta dagli atei italiani in visita alla Mostra internazionale di arte cinematografica di Venezia.
Dopo Le ragioni dell’aragosta di Sabina Guzzanti e Azul oscuro, casi negro di Daniel Sanchez Arevalo, gli atei hanno premiato un film che «affronta la problematica dell’identità sessuale di ragazzi e ragazze che, nella difficile realtà dell’Iran contemporaneo, non accettano il ruolo assegnato loro dalla società in base al sesso biologico», si legge nelle motivazioni. «Il tema è affrontato in modo asciutto, senza semplificazioni, toni retorici o slogan, dunque con quello che riteniamo un approccio autenticamente laico».
Il premio è una scultura d’oro opera del maestro Giovanni Corvaja. La giuria era composta dal notaio Paolo Ghiretti e dalle professoresse Maria Chiara Levorato, dell’università di Padova, e Maria Turchetto, dell’università Ca’ Foscari di Venezia, direttrice del bimestrale L’Ateo.
Altri dettagli all’indirizzo www.uaar.it/uaar/premio-uaar-venezia.