Ha raggiunto in poche ore quasi 1.000 firme la petizione lanciata dall’Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti (UAAR) per chiedere a deputati e senatori di ridimensionare i costi della Chiesa che gravano sullo Stato, tanto più in questo momento di crisi e di tagli alla spesa pubblica.
«Le famiglie italiane sono allo stremo. Le casse pubbliche sono anch’esse allo stremo», si legge nel testo della petizione. «Ma dalle casse pubbliche escono ogni anno oltre sei miliardi di euro che finiscono nei forzieri della Chiesa cattolica. Una cifra che già di per sé è assolutamente ingiustificata, ma lo è ancora di più in presenza di una crisi che dura da più di sei anni».
«In tale periodo – prosegue l’UAAR – si sono succeduti quattro governi che hanno aumentato la tassazione e hanno tagliato con la scure la spesa pubblica, ma che si sono guardati bene dall’intervenire laddove a beneficiarne è la Chiesa romana».
Per questo motivo l’UAAR si rivolge a deputati e senatori, «legislatori di uno Stato che si pretende laico», per chiedere una decisa inversione di rotta: «Chiediamo che la legge di stabilità ridimensioni drasticamente i costi pubblici della Chiesa. Chiediamo in particolare che si cancellino: la ridistribuzione delle scelte inespresse dell’Otto per Mille; tutti i contributi pubblici destinati all’edilizia di culto; tutti i privilegi riconosciuti alle religioni».
L’UAAR chiede altresì che siano avviate trattative con la Santa Sede per il superamento del Concordato e, in mancanza di disponibilità, che non sia più applicato. «Si otterranno così – spiega – ulteriori risparmi di spesa pubblica, in particolare per quanto riguarda l’ora di religione cattolica, che costa ai contribuenti oltre un miliardo di euro ogni anno».
La petizione può essere sottoscritta all’indirizzo: http://go.uaar.it/taglichiesa
Ulteriori informazioni: http://www.icostidellachiesa.it/
12 settembre 2014