«Per quanto ci si affanni a presentarle come “grandi novità” e “aperture” in realtà sulle unioni fra persone omosessuali, Chiesa cattolica e politica sono in ritardo di decenni».
Ha commentato così, Raffaele Carcano, segretario dell’Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti (UAAR), l’annuncio del presidente del Consiglio di una proposta di legge sulle unioni civili – che ricalca il modello tedesco, introdotto nel lontano 2001 – e le minimali aperture in materia da parte del Sinodo straordinario dei vescovi sulla famiglia in corso fino a domenica.
«A ben vedere quella di Renzi è una vecchia promessa, fatta diversi mesi fa. E, in un contesto internazionale in cui svariati Paesi ormai approvano i matrimoni tra persone dello stesso sesso persino con l’adozione, non è al passo con i tempi». La proposta del premier infatti prevede solo l’approvazione delle unioni gay – con gli stessi diritti e doveri del matrimonio (ma senza chiamarlo così) – e il divieto di adottare bambini esterni alla coppia. Viene consentita quindi solo la cosiddetta stepchild adoption, per i figli di uno dei partner.
«Tra l’altro appare riduttiva, perché solo le coppie omosessuali potranno registrare l’unione civile: sono escluse le coppie eterosessuali, molte delle quali sono famiglie ricostituite che non possono sposarsi a causa dei tempi lunghissimi necessari per ottenere un divorzio. La cui riforma a sua volta langue».
Stesso dicasi per i contenuti della Relatio post disceptationem, il documento di sintesi che riassume il dibattito della prima settimana dei lavori sinodali, in cui si citano anche le unioni omosessuali, prendendo «atto che vi sono casi in cui il mutuo sostegno fino al sacrificio costituisce un appoggio prezioso per la vita dei partners», ma ribadendo la centralità della dottrina: le unioni gay «non possono essere equiparate al matrimonio fra uomo e donna», né vanno negate le «problematiche morali».
Dalla versione inglese è inoltre sparito il «welcome»: gay e lesbiche sono benvenuti nella Chiesa?
Insomma, l’amara constatazione del segretario dell’UAAR è che «l’Italia, nonostante lo sbandierato slancio di novità propagandato da Renzi e complice l’influenza della Chiesa cattolica, rimane fanalino di coda sui diritti civili e sui temi etici».
17 ottobre 2014