Newsletter UAAR n° 83

Numero 83 (31 dicembre 2009)

In questo numero:

1. CROCIFISSO: STORICA SENTENZA DELLA CORTE DI STRASBURGO

2. TESSERAMENTO 2010

3. PREMIOMAMELI 2.0”

4. FLASH: DUE MESI DI ATTIVITÀ UAAR

5. FLASH: DUE MESI DI ATTIVITÀ ONLINE

 

1. CROCIFISSO: STORICA SENTENZA DELLA CORTE DI STRASBURGO

Il 3 novembre scorso la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo ha detto «no» ai crocifissi in classe, pronunciandosi sul ricorso di S.L., una cittadina italiana, socia UAAR. L’Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti ha infatti promosso, sostenuto e curato tecnicamente tutto l’iter giuridico, che era già passato da Tar del Veneto, Corte Costituzionale e Consiglio di Stato. Quest’ultimo aveva stabilito la legittimità della presenza del crocifisso in classe, adottando per di più la formula del «crocifisso quale simbolo della laicità dello Stato»: una linea chiaramente sconfessata da Strasburgo.
È stato un grande giorno per la laicità italiana: l’UAAR è dovuta ricorrere all’Europa per avere ragione, ma finalmente la laicità dello Stato italiano, affermata da tutti a parole, ha trovato conferma in un provvedimento epocale. Ed è assurdo che bambini anche di pochi anni siano costretti a subire l’inevitabile condizionamento indotto dalla presenza del simbolo di una sola confessione religiosa.

Le reazioni dei politici italiani sono stati quasi tutte deludenti: hanno parlato di tradizione, di identità nazionale, di radici dell’italianità. L’UAAR li ha invitati a leggere bene la sentenza della Corte europea, visto che i giudici di Strasburgo hanno già risposto a queste obiezioni, scrivendo che «il simbolo del crocifisso ha una pluralità di significati tra cui il senso religioso è predominante» e, dunque, che «la presenza dei crocifissi nelle aule va oltre l’uso di simboli in specifici contesti storici». Se il ricorso immediatamente preannunciato dal governo si baserà su argomenti così poco giuridici, dunque, le possibilità che sia respinto sono molto alte.

Quanto all’oggetto innocuo che non offende nessuno, come dichiarato da Pierluigi Bersani segretario del PD, l’UAAR ricorda come nessuno, nemmeno i giudici europei, si sia sentito offeso. Più semplicemente si è detto che in un luogo di tutti non deve essere mostrato un simbolo di parte. La scuola è laica, cioè di tutti: credenti e non credenti. Del resto, nemmeno una statuetta di Buddha o il simbolo UAAR offendono qualcuno: perché non mettere anche quelli, allora? L’UAAR ricorda che in Italia i crocifissi in classe sono comparsi col fascismo, che in Francia non ci sono da più di un secolo e che nell’Europa protestante non esistono proprio. In Spagna il partito di Zapatero ha proposto di toglierli. È dunque giunto il momento di chiedersi: a quale modello di laicità si ispira la classe dirigente italiana?

Un modello medievale, si potrebbe pensare, guardando a quanto successo nei giorni immediatamente seguenti la sentenza. Il ministro della difesa Ignazio La Russa, intervenendo il 4 novembre a La vita in diretta (RaiUno) subito dopo il dibattito che aveva visto la partecipazione di Rocco Buttiglione, il segretario UAAR Raffaele Carcano, il prof. Franco Coppoli, Piergiorgio Odifreddi e don Mario Pieracci, riferendosi a coloro che avevano appena espresso contrarietà alla presenza del simbolo cattolico sui muri delle scuole ha dichiarato più volte: “possono morire, ma il crocifisso resterà nelle aule”. Quattro giorni dopo Isabella Cazzoli, tesoriera UAAR, è stata pesantemente insultata da Vittorio Sgarbi nel corso di Domenica Cinque (Canale 5). La gogna mediatica, a cui si sono aggiunti Santanchè, Meluzzi, sindaci leghisti, tutta la compagnia di giro tribale delle tv nazionali ha da subito insultato senza ritegno chi ha solo provato a difendere un principio costituzionale. Gli stessi che si sono impegnati per un diritto costituzionale hanno dunque visto limitata la propria libertà, subendo episodi persecutori e intimidatori: tre croci, accompagnate dalla scritta «Cristo», sono state dipinte sulla recinzione della casa della famiglia promotrice dell’azione legale (e un sindaco leghista ha affermato di voler inibire loro l’accesso sul suo territorio comunale); l’UAAR ha ricevuto messaggi minatori e insulti via mail; il gruppo Facebook Se stacchi il crocifisso ti stacco le mani ha raggiunto i quindicimila adepti; crocifissi sono stati appesi sulla porta della sede UAAR di Treviso, insieme alla scritta “la vostra ragione non cancellerà la nostra tradizione”. Numerosi comuni hanno approvato mozioni per stabilire l’obbligo di esposizione del crocifisso nelle aule scolastiche (provvedimenti contro cui l’UAAR sta preparando alcuni ricorsi-pilota). Il tutto nel silenzio assordante delle gerarchie ecclesiastiche: nel nome di un presunto “simbolo universale d’amore” si sono infatti consumati numerosi episodi persecutori e intimidatori.

Si è ora in attesa del verdetto della Grande Camera sul ricorso promosso dal governo italiano. Un pronunciamento atteso non soltanto nel nostro paese: i vescovi di quegli stati che, come l’Italia, ancora prevedono il crocifisso nelle aule scolastiche (Spagna, Grecia, Polonia…) temono infatti che anche le loro legislazioni saranno costrette ad adeguarsi alla decisione della Corte. Il cui impatto potrebbe, dunque, essere realmente enorme.

2. TESSERAMENTO 2010

In dieci anni, l’UAAR è passata da 249 a 3.951 soci, da 8 a 60 province in cui è attiva, da 102 a 7.222 visite medie giornaliere al suo sito internet. Una crescita notevole, senza eguali nel panorama laicista italiano e, a quanto consta, anche in quello internazionale. Ma tutto ciò non è certo sufficiente a trasformare l’Italia in un paese veramente laico, e rispettoso dei diritti civili di tutti i cittadini. Per questo motivo, in occasione del lancio della campagna di tesseramento 2010, l’associazione ha pubblicato sul suo sito internet le sue Dieci buone ragioni per iscriversi all’UAAR. Le modalità di adesione sono invece illustrate alla pagina www.uaar.it/adesione/iscrizione.

 

3. PREMIOMAMELI 2.0”

In occasione dei 150 anni dell’unità di Italia, l’UAAR ha indetto un concorso per un nuovo inno nazionale, che mantenga la musica di Michele Novaro ma che rappresenti al meglio i principi contenuti nella nostra carta costituzionale. L’inno di Mameli è stato scritto nel 1847: l’Italia non esisteva ancora, mentre oggi è (o dovrebbe essere) una repubblica democratica, che ha sottoscritto convenzioni internazionali per i diritti dell’uomo, ha tra i principi costituzionali la laicità dello Stato e fa parte dell’Unione Europea. L’inno attuale contiene parole ed espressioni incomprensibili alla maggior parte della popolazione («speme», «squilla», «stringiamci», «son giunchi che piegano le spade vendute») e riferimenti ormai sconosciuti e sentimenti d’odio per altri paesi, per fortuna, sinceramente superati («ogn’uom di Ferruccio ha il cuore, ha la mano», «i bimbi d’Italia si chiaman Balilla», «Già l’Aquila d’Austria le penne ha perdute. Il sangue d’Italia, il sangue polacco bevé, col cosacco, ma il cor le bruciò»), nonché di una «vittoria schiava di Roma». Per di più, parla di un paese diviso, discrimina le donne («Fratelli d’Italia»!) e i non credenti («Iddio la creò», «Le vie del Signore», «Uniti per Dio»). L’UAAR, pur rendendosi conto di quanto sia difficile la proposta di un nuovo inno, ritiene che sia venuta l’ora di superare il tabù: un nuovo inno, realmente condiviso e condivisibile dalla popolazione, potrebbe rendere la società più coesa e restituire al paese un nuovo slancio verso il futuro. Il bando e le informazioni sull’iniziativa sul trovano alla pagina www.uaar.it/uaar/mameli.

 

4. FLASH: DUE MESI DI ATTIVITÀ UAAR

Oltre a quanto accennato qui sopra, segnaliamo altre iniziative che hanno visto come protagonista l’UAAR a novembre e dicembre:

- il servizio dedicato all’UAAR dall’edizione delle 19 del TG3 nazionale del 5 novembre. Il servizio è stato registrato all’interno della sede nazionale dell’associazione;

- la partecipazione di Isabella Cazzoli, tesoriera UAAR, alle puntate di Pomeriggio Cinque (Canale 5) del 10 novembre, del 25 novembre e del 4 dicembre;

- la partecipazione di Adele Orioli, responsabile delle iniziative giuridiche UAAR, alla puntata del 9 dicembre de La vita in diretta (RaiUno), dedicata al referendum sui minareti in Svizzera;

- l’assegnazione dei premi di laurea UAAR 2009. Nella categoria giuridica è risultata vincitrice Lisa Iovane di La Spezia, laureatasi presso la facoltà di giurisprudenza dell’Università di Firenze con la tesi Pronunciamenti del magistero ecclesiastico e il principio di laicità dello Stato: il caso dei Dico. Nella categoria umanistica è risultata vincitrice Anna Zoli di Forlimpopoli (FC), laureatasi presso la facoltà di scienze della comunicazione dell’Università di Macerata con la tesi Lo stereotipo del pericolo omosessuale nei documenti ufficiali della Chiesa. Le due tesi sono state pubblicate sul sito UAAR;

- gli incontri che l’associazione organizza ogni giovedì sera presso la sede di Roma, in via Ostiense 89. Il primo ciclo si è concluso lo scorso 17 dicembre: i video dei dodici incontri effettuati sono visionabili alla pagina www.uaar.it/uaar/incontrigiovedi. Gli incontri riprenderanno giovedì 14 gennaio: per conoscere il programma degli incontri occorre consultare il calendario eventi UAAR;

- la pubblicazione del numero 6/2009 de L’Ateo, il bimestrale dell’UAAR;

- il confronto sulla presenza dei crocifissi nelle aule scolastiche organizzato dal settimanale di “benessere, alimentazione e consumi” Viversani&belli; nell’ambito del quale le ragioni per il ’no’ sono state esposte da Adele Orioli;

- l’articolo di Laura Bruzzaniti che il settimanale Left, in edicola il 18 dicembre, ha dedicato all’assistenza morale non confessionale assicurata da una volontaria UAAR all’ospedale Molinette di Torino;

- lo svolgimento di Liberi di scegliere, convegno nazionale sul testamento biologico organizzato dall’UAAR a Cagliari il 7 novembre, con la partecipazione di Sandro Cancedda (assessore provinciale, promotore dell’istituzione del registro del testamento biologico), Mario Franco Cao (giornalista RAI), Raffaele Carcano (segretario nazionale UAAR), Sergio Diana (membro Team Europe - Commissione Europea), Beppino Englaro (presidente Associazione per Eluana); Carlo Flamigni (membro del Comitato Nazionale per la Bioetica); Stefano Incani (coordinatore circolo UAAR Cagliari); Maura Nardin (giudice del Tribunale di Sassari); Angela Maria Quaquero (assessora provinciale) e Claudia Zuncheddu (medico e consigliera regionale della Sardegna). Tutti gli interventi sono ora disponibili per la visione online alla pagina www.uaar.it/uaar/partecipazioni/2009-11-07.html.

- l’avvio del registro dei testamenti biologici presso il Comune di Genova: il primo a essere stato raccolto è stato proprio quello del coordinatore del circolo UAAR, Silvano Vergoli;

- le raccolte di firme avviate da diversi circoli UAAR per ottenere l’istituzione di registri cittadini dei testamenti biologici;

- la pubblicazione, da parte di Benedetto XVI, del motu proprio Omnium in mente, con cui il pontefice ha modificato tre canoni del Codice di Diritto Canonico per eliminare tutte le eccezioni che riguardavano gli sbattezzati nella materia matrimoniale: eccezioni grazie alle quali, finora, uno sbattezzato che convolava a nozze con un cattolico poteva avere un rito misto in Chiesa, esattamente come un ateo mai battezzato. L’introduzione del divieto sembra un tentativo di frenare l’imponente crescita numerica delle apostasie e degli sbattezzi, promossi in Italia dall’UAAR;

- la censura operata dal sindaco di Pescara Luigi Albore Mascia contro la richiesta del circolo UAAR di affiggere manifesti con la scritta Crocifisso a scuola? No grazie: richiesta rifiutata in quanto, a suo dire, “è facoltà dell’Ufficio competente rifiutare l’affissione di materiale pubblicitario il cui contenuto possa integrare ipotesi di reato”;

- la messa natalizia organizzata dall’Itcg “Antinori” di Camerino (MC), prevista in cattedrale a cura dell’arcivescovo, mons. Francesco Giovanni Brugnaro, fatta ‘saltare’ da una diffida inviata dall’UAAR;

- il comunicato congiunto con cui i circoli veneti dell’UAAR hanno invitato a firmare la petizione contro la delibera della giunta regionale che ha stanziato 2 milioni di euro annui per assumere nelle Asl venete un centinaio di sacerdoti cattolici come assistenti spirituali religiosi;

- la prima presentazione ufficiale, avvenuta presso la Sala del Minor Consiglio di Palazzo Ducale a Genova lo scorso 13 novembre, della cosiddetta seconda Sindone, realizzata dal prof. Luigi Garlaschelli con metodi disponibili nel 1300, ottenendo un risultato simile al telo conservato a Torino;

- l’intervento dell’ex segretario dell’associazione Giorgio Villella nei confronti del cappellano di un hospice che voleva risolutamente benedire il corpo della sorella defunta, nonostante il suo conclamato ateismo;

- la costituzione dei circoli UAAR di Reggio Emilia (30 ottobre) e Ascoli Piceno (21 novembre);

- la nomina di referenti UAAR nelle province di Fermo e Rovigo.

I tanti eventi organizzati dai circoli UAAR sono documentati alle pagine www.uaar.it/event/2009/11 (novembre) e www.uaar.it/event/2009/12 (dicembre).

 

5. FLASH: DUE MESI DI ATTIVITÀ ONLINE

- Aggiornamento quotidiano delle Ultimissime;

- funzionamento quotidiano dei forum UAAR;

- confronto quotidiano sulle mailing list [ateismo] (aperta a tutti); [uaar] (riservata ai soci UAAR); [circoliuaar] (riservata agli attivisti dei circoli UAAR);

- aggiornamento quotidiano del gruppo UAAR su Facebook;

- aggiornamento frequente del canale UAAR su YouTube;

- organizzazione di diversi sondaggi on-line;

- aggiornamento della sezione «comunicati stampa»;

- pubblicazione della recensione del libro «La vita senza limiti”, scritto da Beppino Englaro in collaborazione con Adriana Pannitteri;

- pubblicazione della recensione del libro «Vivere senza Dio”, di Ronald Aronson.

 

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