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Il Sottosegretario di Stato
alla Presidenza del Consiglio dei Ministri
Roma, 5 DIC 2003
Gentile dottor Villella,
il Consiglio dei Ministri, in data 27 novembre 2003, si è pronunciato in merito alla richiesta dell’Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti di avviare le trattative ai fini della conclusione dell’intesa ai sensi dell’articolo 8 della Costituzione.
Al riguardo il Consiglio dei Ministri ha condiviso il parere espresso in merito dall’Avvocatura Generale dello Stato, la quale ritiene che la professione dell’ateismo, certamente da ammettersi al pari di quella religiosa quanto al libero esercizio in qualsiasi forma, individuale e associata, purché non integrante riti contrari al buon costume (articolo 19 della Costituzione), non possa essere regolata in modo analogo a quanto esplicitamente disposto dall’articolo 8 della Costituzione per le sole confessioni religiose.
La possibilità ivi contemplata di addivenire a una regolamentazione bilaterale dei rapporti mediante la conclusione di intese è infatti, secondo il Consiglio dei Ministri, espressamente riservata alle confessioni religiose diverse dalla cattolica.
Sostiene inoltre l’Avvocatura Generale nel citato parere che per “confessione Religiosa” si intende generalmente un fatto di fede rivolto al divino e vissuto in comune tra più persone che lo rendono manifesto nella società tramite una propria particolare struttura istituzionale.
La connotazione oggettiva voluta dal Costituente nel quadro dell’articolo 8, secondo comma, è chiaramente individuata da un contenuto religioso di tipo positivo, di tal che il Consiglio dei Ministri, concorde l’Avvocatura dello Stato, ha ritenuto la norma non estensibile per analogia a situazioni non riconducibili a quella fattispecie.
I migliori saluti,
(firma illegibile)